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Cosa fare per evitare di procrastinare

Traduzione di un post di Leo Babauta (con il suo permesso)

Carlotta Cerri
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Questa è la traduzione di un articolo di Leo Babauta dal sito ZenHabits. Questo post mi è piaciuto perché credo che ogni blogger, artista, giornalista, pittore, scrittore, scultore… abbia provato almeno una volta quel senso di rifiuto di fronte alla pagina bianca, quel desiderio irrefrenabile di scappare e lasciarsi tentare da qualsiasi altra cosa ci circondi. Procrastinare, insomma.

Io ci sono passata parecchie volte (e per la cronaca, io sono di quelle che puliscono la casa e rivoluzionano gli armadi) e mi sono ritrovata ad usare gli stessi metodi che Leo Babauta propone qui per combattere la tentazione di procrastinare (che lui chiama Resistenza): soprattutto per me hanno funzionato i metodi 1, 4, 6 e 8 (e il migliore in assoluto ho scoperto essere iniziare e basta!). E voi? Come evitate di procrastinare? Vi lascio alle sue parole.


Essendo uno scrittore, una delle cose che mi terrorizza di più è la pagina bianca. Mi riempie di dubbi, incertezze, paure, a volte un pizzico di panico, e crea in me un desiderio quasi istantaneo di cercare una distrazione.

E io mi confronto con questa paura ogni giorno.

Che stia scrivendo un articolo o il capitolo di un libro, creare qualcosa di nuovo non è facile. Apro un nuovo documento e sento il bisogno immediato di rispondere ad una mail o pulire la cucina o leggere un lunghissimo articolo sul mago Ricky Jay.

Questa è una domanda alla quale prima o poi tutti dobbiamo rispondere: quando ti trovi di fronte alla Resistenza (ovvero una tentazione), che cosa ti ferma dal lasciarti andare alla distrazione?

Non esiste una risposta semplice. Come molti di voi, anche io ho provato di tutto. Niente funziona sempre, perché anche i migliori piani si frantumano quando ci si trova di fronte alla Resistenza.

Ma queste sono delle alcune cose che aiutano me:

  • Rimani seduto e guardati dentro. Solo perché senti il bisogno di scappare, non significa che devi assecondarlo. Quando mi ritrovo a voler scappare, rimango seduto e provo a non fare nulla. Mi guardo dentro e analizzo quel bisogno. Poi provo a capire di che cosa ho paura. Appena accendo una luce, il tunnel sembra immediatamente meno scuro.
  • Pensa a chi stai aiutando. Certo, la Resistenza fa paura, ma non tanto quanto il dolore di chi soffre. Se stai creando qualcosa che può avere un effetto positivo sulla vita di qualcuno, quel qualcosa è molto più importante della tua propria paura. Pensa a quella persona e metti la sua paura al di sopra della tua.
  • Pensa al dono del tempo. Il tempo a volte può sembrare un bene infinito, perché non abbiamo un orologio che ci mostra quanto ne abbiamo ancora a disposizione. Ma è come prendere biscotti da una scatola e pensare che non finiranno mai. Un giorno, metteremo la mano nella scatola e i biscotti saranno finiti. I biscotti sono una metafora un po’ buffa per i nostri giorni. Quando si inizia ad apprezzare la “finitezza” dei biscotti, ci si rende conto che bisogna assaporarli e non sprecarli. Ognuno di essi è prezioso! Quindi sfruttiamoli al massimo: vuoi creare qualcosa di nuovo o sprecare il tuo tempo sui social network?
  • Inizia e basta. Normalmente per me è sufficiente iniziare. Mi dico, “Scrivi una frase”. È così facile che non posso rifiutare. Lo faccio e poi tutto mi sembra molto più fattibile.
  • Elimina le opzioni. Liberati dalle vie di fuga. Dove ti piace scappare? Se alle email, scollega il router. Vai in un posto che non abbia internet. O usa un’applicazione a schermo intero che non permetta distrazioni. O permettiti di usare solo una finestra nel browser – non puoi aprirne di più. Chiedi a qualcuno di tenerti d’occhio. Insomma, non permetterti di scappare.
  • Permettiti di scappare. Questo va totalmente contro quello che ho appena scritto, ma come ha già detto, non tutto funziona sempre. Spesso apro un documento per iniziare a scrivere, ma sento immediatamente il bisogno di fare qualcos’altro… e lo faccio. Non sono perfetto. Mi lascio tentare dalle distrazioni, ma ne sono sempre consapevole. E so che non dovrei farlo a lungo, allora mi concedo solo qualche minuto. È come concedersi un forchetta di torta, ma non permettersi di finire la torta intera. Non c’è nulla di male in un morso, se poi si posa la forchetta sul tavolo e ci si ferma. A volte la mente ha solo bisogno di un break dalla paura, ma non lasciarlo nascondersi per sempre.
  • Fai una passeggiata. Mi alzo, cammino per la stanza, a volte esco e cammino per 10 minuti. Questa passeggiata è produttiva perché mi allontana dalla distrazione e mi aiuta a pensare a quello che voglio scrivere. Spesso, mi vengono delle buone idee e non vedo l’ora di tornare a casa per scriverle, e la Resistenza scompare.
  • Parla con qualcuno. Se mi risulta troppo difficile, trovo qualcuno con cui parlare e a cui spiegare il mio problema. Spesso questo semplice gesto – insieme al bisogno di chiarire e spiegare il problema brevemente – mi aiuta a chiarirlo anche nella mia mente. E a volte la risposta a qualsiasi problema è incredibilmente ovvia una volta che ammettiamo il problema ad alta voce.

Lo ripeto: nessuna di queste soluzioni funziona sempre. Ma se pensiamo alla lotta contro la Resistenza come ad una lotta sul ring, queste idee sono diverse strategie d’attacco. Quando una non funziona, basta cambiare strategia, fino a quando si trova quella giusta.

La Resistenza sarà sempre un nemico temibile, ma quando ti colpisce in faccia, tu non cadere. Sei molto più forte di lei.

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