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E se si vuole divorziare dopo i figli?

Carlotta Cerri
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Spesso, sui forum, leggo storie di genitori che si separano dopo i figli. O che vogliono separarsi. Che raccontano di sentirsi coinquilini in casa; che non si riconoscono più; che sentono che le persone che amavano sono sparite. Che non sanno che cosa fare perché ci sono i bambini. È successo anche ad amici miei, amici che pensavo sarebbero stati insieme per sempre.

Non ho consigli, sono equilibri talmente personali, avviene tuto così in fretta, un giorno senza affetto si trasforma in abitudine e presto si è lontanissimi, su strade parallele. Solo chi ci è dentro può sapere e decidere.

Quello che posso fare è raccontarti la mia esperienza, perché io e mio marito un po’ ci siamo passati e ci siamo anche ritrovati. Abbiamo passato due anni di forte privazione del sonno che hanno azzerato la nostra vita di coppia e ogni mio desiderio di passare tempo insieme (o con qualsiasi altra persona); non ci baciavamo più, non ci accarezzavamo più, non abbracciavamo più. Litigavamo spesso, ci criticavamo a vicenda come individui, come coniugi e come genitori, spesso anche in maniera poco intellettualmente onesta.

Ma poi in un modo che non si può descrivere, perché è solo una sensazione, abbiamo trovato una nostra strada: personale, imperfetta, molto in salita, ma che per noi ha funzionato. E ci ha salvati.

Come ci siamo riusciti?

La voglia di invecchiare insieme. Quella non è mai sparita, nemmeno nei momenti in cui mettevamo in dubbio tutto. Nemmeno negli anni in cui ci sentivamo coinquilini con figli. Ho continuato a pensare che la mia scelta preferita, la scelta del cuore se potessi controllare i sentimenti, sarebbe quella di invecchiare insieme. E so che vale lo stesso per Alex.

Se fosse mancato questo desiderio di base da parte mia o da parte sua, credo fortemente che saremmo stati individui e genitori più felici se separati. Non basta l'amore di uno a mandare avanti un matrimonio.

Come ci siamo ritrovati, nella pratica?

  • Dialogo. Parlandone (tantissimo, tantissimo, tantissimo). A cuore aperto. Senza filtri. Ferendoci. Riaprendo ferite. Leccandoci le ferite. Se non si ha il coraggio di sedersi a tavolino e abbassare le difese, da che basi si può ricostruire una relazione?
  • Romanticismo. Organizzando un appuntamento romantico a settimana in casa (uscivamo solo nei rari casi in cui la nonna era vicina): basta una cena dopo aver messo a letto i bimbi, un bicchiere di vino e un paio di cose da stuzzicare. E tanta voglia, perché senza quella si perde in partenza. All'inizio è stata dura, ci sembrava di non sapere cosa fare o dire — di non sapere più stare insieme in maniera spontanea — ma dopo qualche settimana siamo tornati a ridere di pancia e a parlare davvero, dei bimbi, di noi, del futuro, dei nostri valori, della vita che vogliamo. Poco a poco ci siamo ricordati perché ci siamo scelti e come siamo cresciuti ed evoluti insieme verso quei valori e quel futuro.
  • Tango. Non la danza, il concetto. Entrambi avevamo voglia di fare passi l’uno verso l’altra, in sintonia, senza pestarci i piedi, perché l’affetto non è mai scomparso. È la passione dei primi mesi? No. È l’amore dei primi anni? No. Ma forse è di più. È consapevolezza. È stima. È fiducia. È qualcuno che sta al tuo fianco. Che ti ancora. Che resta quando ti senti al tuo peggio. Che ti tiene stretto mentre cerchi di ritrovarti. Ed è anche dialogo, perché no, non si legge tra le righe e non ci si legge nei pensieri.
  • Sesso. Non solo facendolo, ma anche e soprattutto parlandone. Oggi so che è importante imparare a parlare di sesso. È importante imparare a scherzare sul sesso (o della sua mancanza): "Uh, non mi ricordo nemmeno più come si fa, pensavo che non l'avremmo mai più fatto!", "Ahah, lamentati ancora un po' e può darsi che tu abbia ragione!". È importante imparare a capirsi nel sesso, sia chi ne ha meno voglia, sia chi ne ha più voglia. Nessuno dei due è sbagliato, entrambi abbiamo bisogno di sentirci capiti, entrambi abbiamo bisogno di poter ascoltare i nostri bisogni senza colpa e senza pressione, entrambi dobbiamo fare uno sforzo per accettare e accogliere. Una risata in più e un senso di colpa in meno.
  • L’io. Ritrovando se stessi. L’individuo che si annulla nella coppia perde se stesso e dirotta la coppia. L'individuo che evolve e lo comunica, si mantiene vivo e fa decollare la coppia. Dobbiamo lavorare indipendentemente su noi stessi, darci spazio a vicenda per fare ciò che amiamo. Per me, nonostante la stanchezza, erano le mie lezioni di ballo e le serate a ballare salsa: è quello che mi ha riportata in superficie, Carlotta esisteva ancora. Ma se Alex non mi avesse dato spazio, come avrei fatto a ritrovarmi?

Per coppie come me e Alex che (per ora) ce l’hanno fatta, ci sono altre migliaia di coppie che hanno gettato la spugna. A volte troppo in fretta, senza fare di tutto per ritrovarsi; a volte troppo tardi, quando ci si è già triturato il cuore. A volte nel rispetto e nella comprensione reciproca; altre volte aprendo ferite che tutti — bimbi inclusi — si porteranno dietro per sempre. Ogni coppia ha il suo percorso, si perde e si ritrova; si perde e trova altri; si perde, trova altri e poi si ritrova.

La vita è ancora lunga, non escludo mai nulla, ma nel mio cuore desidero finirla con Alex e faremo tutto il possibile per arrivare insieme vecchi e grigi su quella panchina di fronte al mare.

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