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Un cambio di vita apre sempre nuovi orizzonti

Carlotta Cerri
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Un cambio di scena è uno dei modi migliori per capire cosa diamo per scontato.

Nei miei ultimi post, ti ho promesso che ti avrei raccontato un po’ di più sulla nostra decisione di cambiare il nostro stile di vita—radicalmente, direi.

Per farti capire cosa intendo, devi sapere che abbiamo vissuto gli ultimi dieci anni in una delle migliori zone di Marbella e gli ultimi cinque in uno dei più bei complessi residenziali. Siamo stati fortunati: allora il mercato era in calo e abbiamo affittato questo appartamento, un trilocale spazioso in prima linea di spiaggia, a “poco” per questa zona. Nell’ultimo anno, però, il mercato si è risollevato e i prezzi sono tornati alle stelle (e parlo di un incremento del 50%).

Era chiaro che a queste cifre, con solo due camere da letto e una seconda scimmietta in arrivo, non potevamo più stare qui. E ci siamo ritrovati ad un bivio: potevamo o scegliere un appartamento nella stessa area e pagare ancora di più per un appartamento meno bello; o scegliere una zona diversa, meno bella, e decidere di risparmiare (e parecchio).

Può non sembrare una decisione difficile, ma lo è stata.

Abbiamo vissuto in paradiso negli ultimi dieci anni, circondati da piante e fiori tropicali, immersi nel silenzio di notte e svegliati dal cinguettio degli uccellini al mattino. Dalla terrazza vedevamo la montagna da una lato e il mare dall’altro. Abbiamo vissuto tra turisti e stranieri, che io adoro. Adoro la diversità di culture, le diverse lingue e background che si trovano qui. Abbiamo conosciuto persone meravigliose, benestanti, educate e gentili che ammiriamo molto. Quando uscivamo di casa eravamo a 30 secondi dalla migliore parte della passeggiata marina, a due minuti da bellissimi (anche se carissimi) bar e a dieci minuti a piedi dal centro della città.

Ammettiamolo, ci siamo viziati. Io in primis mi sono viziata, perché lavorare da casa e ricevere persone qui è bello. Vedi, lo status sociale è una gatta da pelare, se impari a farci caso è difficile tornare indietro.

Quindi no, decidere di abbandonare questa zona non è stato semplice. Ci spaventava rinunciare a tutto questo. E poi è difficile dire di no a qualcosa che ti puoi permettere—magari con un po’ più di difficoltà—per fare ciò che è giusto. Ma la verità è che lo abbiamo fatto al contrario: abbiamo vissuto gli ultimi cinque anni nella maniera in cui potremmo vivere quando andremo in pensione dei nostri risparmi tra 20-30 anni. Ma affinché questo piano funzioni, dovevamo cambiare qualcosa. Era ora di smettere di barattare la nostra futura sicurezza finanziaria per piacere personale e sì, anche un po’ di status sociale.

Così per la prima volta dopo molto tempo—dopo molte scelte discutibili dettate dai nostri standard alti e permesse da due buoni stipendi—abbiamo deciso di dimenticarci di status, apparenze e preferenze, e prendere la decisione giusta.

Ci siamo trasferiti in una parte della città che non ci fa impazzire, non è vicina alla spiaggia, non è ideale per lunghe passeggiate perché tutta in salita, è lontana da bei bar. Le strade puzzano a tratti e non sono sempre pulite (cosa che sfortunatamente riflette il tipo di persone che abitano qui). Non è la migliore zona, nemmeno lontanamente. Ma l’appartamento è carino, con tre camere da letto e tutto ristrutturato (che è insolito da queste parti, anche nelle migliori zone). Il quartiere è vivo e i proprietari dei piccoli negozi ti sono grati se compri da loro, perché a fine mese può fare la differenza per loro. E tutto (non solo l’appartamento) è più economico, del tipo che paghi la tua solita crema per il culetto del bimbo che compri in farmacia 30% in meno!

Mentirei se dicessi che sarà facile adattarsi, ma questa scelta sa di giusto e sono fiera di noi per averla presa.

E mi fa sorridere pensare che non appena abbiamo detto “facciamolo!”, tutta la paura del cambiamento sia scomparsa. Ci siamo sentiti addirittura liberati. E non vediamo l’ora di iniziare questa nuova avventura, di provare un nuovo stile di vita, di scoprire qualcosa di più sulla città, sulle persone e su noi stessi, di esplorare nuovi limiti, di imparare (per poi un giorno insegnarlo ai nostri figli) che come siamo—onesti, gentili, rispettosi e premurosi—batte sempre ciò che possediamo.

A volte, nella vita, la paura del cambiamento ci blocca. Lo status sociale ci blocca. Le apparenze ci bloccano. Ma che ti piaccia o no, la gente guarderà sempre la tua macchina, la tua casa, i tuoi vestiti, i tuoi accessori e ci leggerà il tuo status sociale. Dovremmo tutti imparare a lasciare andare lo status sociale.

Lasciare andare l’idea che bisogna sempre “andare su” nella vita è liberatorio. E noi abbiamo imparato che a volte quello che la gente—quelle persone ancora intrappolate nella loro gabbia di status e apparenze—vede come “andare giù” è semplicemente una crescita personale nonché la capacità di prendere decisioni più intelligenti per un futuro più roseo (probabilmente molto più roseo di quelle stesse persone che ti hanno giudicato).

E a volte—non sempre—è facile come dire “facciamolo!”.

Se vuoi leggere di più sul tema, ti consiglio questi libri:

Money for Something (attualmente disponibile solo in inglese e spagnolo), Matt Henderson, una semplicissima guida per iniziare a risparmiare e investire oggi stesso anche per chi di investire non ne capisce nulla.

Il milionario della porta accanto (The Millionaire Next Door), Thomas J. Stanley

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