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Antibiotici a mio figlio? No, grazie!

Alcune delle ragioni per cui scegliamo di evitare gli antibiotici se non strettamente necessari

Carlotta Cerri
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Attenzione: questo è un argomento che genera molte emozioni e opinioni (soprattutto in Italia, dove io non vivo dal 2007). Quando decidi di lasciare il tuo commento o di criticarmi, ricordati due cose: 1. di ogni persona conosci solo la punta dell'iceberg e 2. qui sei a casa mia, quindi ogni commento è benvenuto se scritto senza giudizio, con rispetto, tolleranza, empatia e prendendosi la responsabilità delle proprie parole.


Da nuova mamma senza esperienza che sono, ho ricevuto sorrisi di compassione da molti—medici inclusi (!)—quando mi sono rifiutata di dare antibiotici a Oliver o addirittura di prenderli io stessa durante l’allattamento. Perché non voglio? Perché “non voglio compromettere la flora intestinale di mio figlio”.

Certo, capisco che detto così possa suonare un po’ ridicolo e magari un pelino “ossessivo”. D’altronde, nella società odierna tutti prendono gli antibiotici, perché non dovrebbe prenderli mio figlio? Questo articolo spiega (in parte) il perché del rifiuto dell'antibiotico se non assolutamente necessario [aggiornamento 2022: a oggi avremo dato l'antibiotico ai nostri figli 4 volte in 7 anni) e anche della nostra decisione di non dare nulla a Oliver che non sia latte materno almeno fino ai sei mesi.

Sono articoli come questi — e fortunatamente ce ne sono sempre di più in circolazione — che mi aiutano a mantenere la rotta sulle mie decisioni. Che mi ricordano ogni giorno che quando cresci un figlio a volte bisogna chiudere il mondo fuori e fare ciò che NOI riteniamo meglio, anche (o soprattutto?) se significa andare controcorrente.

Ecco parte dell’articolo tradotto.


Oggigiorno per prevenire le malattie ci preoccupiamo di non fumare, mantenere il peso forma e mangiare in modo più salutare possibile. Tra qualche anno o decennio le cose cambieranno e probabilmente prevenire malattie e valutare possibili rischi significherà conoscere lo stato del nostro microbioma, o più comunemente conosciuto come flora intestinale.

Non c’è dubbio sul fatto che in questo secolo sono cambiate molte variabili che compromettono la nostra salute: dieta, pesticida, contaminazione, maggiore quantità di interferenti endocrini, stile di vita, stress, minore quantità di ore di sonno ecc. E spesso ci dimentichiamo che anche il nostro microbioma si vede compromesso da questi cambiamenti.

Il nostro microbioma è una eredità che ci lascia nostra madre ancora prima di nascere e che ci difende dal mondo esterno. Non a caso il 90% delle cellule presenti nel nostro organismo appartiene al microbioma.

Il parto con cesareo, la durata dell’allattamento materno (quando si allatta), l’eccessivo uso di antibiotici, anche quelli che si usano per allevare gli animali che mangiamo, e l’eccesso di igiene compromette il nostro microbioma normale in maniera permanente, di cui non siamo ancora completamente consapevoli poiché non sappiamo che il suo ruolo nella nostra salute è quello di un filtro che ci protegge dal mondo.

[…]

I topi allevati in assenza di microbi (questo tipo di esperimento non si potrebbe fare su esseri umani) non sviluppano un sistema immunitario e sono così suscettibili a infezioni e malattie infiammatorie come la colite.

[…] un microbioma alterato durante la fase pot-natale è simile a quello di chi nasce con difetti congeniti consistenti in un sistema immunitario immaturo che non sa differenziare se determinate sostanze sono sicure o meno e che reagisce in maniera esagerata a fattori allergici ambientali innocui, come polline, umidità, pelo di gatti, noccioline ecc. È possibile inoltre che reagisca in maniera esagerata contro il proprio organismo diventando fattore causante di malattie autoimmuni.

[…]  Molti additivi [che troviamo nella maggior parte dei cibi che mangiamo] non compromettono le nostre cellule, ma compromettono quelle del nostro microbioma, rendendolo meno numeroso e vario […]

Il periodo più importante per proteggere ed evitare di alterare il nostro microbioma è la fase post-natale e l’infanzia. Evitando antibiotici e facendo in modo che la dieta infantile non contenga sostanze che non apportano benefici e sia il più “pulita” possibile, riduciamo il rischio che in futuro i nostri bambini soffrano di malattie non trasmissibili.

L’uso di antibiotici nei neonati, in proporzione diretta al numero di volte o cicli che si amministrano, può portare ad asma (9), diabete di tipo 1, obesità (10) e addirittura celiachia. […]

E se l’antibiotico è l’unica opzione, dovremmo poi cercare di recuperare i microbi compromessi. Sì, sembra fantascienza, ma prima o dopo dovremo includerlo nei protocolli medici se vorremo rispettare il principio etico della medicina:

Primum non nocere "La cosa più importante è NON nuocere"


Grazie a Ana Muñíz de megustaestrabien.com per questo bell’articolo. Leggi l’articolo completo (in spagnolo).

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