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Il tavolo della pace

Un angolo della casa dove i fratelli possono ritrovarsi per risolvere un conflitto usando le parole e non le mani

Carlotta Cerri
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Se conosci qualche blog Montessori, è possibile che tu abbia sentito parlare del tavolo della pace.

In realtà, non è altro che un tavolino con due o tre sedie (o un tappetino dedicato per terra in un angolo) dove ci si ritrova dopo un litigio. Sul tavolino tanti mettono un oggetto che stia in una mano (come una pallina anti-stress), una clessidra e alcuni libri sulle emozioni. Altri aggiungono quadretti alle pareti con messaggi di pace o uno strumento musicale che rilassa (come il tubo della pioggia). SU alcuni tavoli della pace ho visto perfino una foto di Maria Montessori, ma non mi sembra il caso 😉

L’idea è questa: dopo un conflitto, le persone coinvolte si ritrovano al tavolo della pace e parlano a turno. Chi ha in mano l’oggetto può parlare, sicuro che gli altri lo ascolteranno. Quando ha finito, passa l'oggetto all’altra persona che ottiene la parola e l'ascolto. La clessidra serve per marcare il tempo che ciascuno ha per parlare, ma anche per focalizzare l'attenzione, invece che sull'emozione, sulla sabbia che scende, calmando così il "cervello coccodrillo". I libri sulle emozioni si possono usare per aiutare a capire alcune emozioni e, se i bambini sono disposti, a parlarne dopo che si è risolto il conflitto.

Ma come in ogni cosa del metodo Montessori che è più moda e meno essenza, non serve nulla di tutto ciò per creare un tavolo della pace: l'importante è il concetto. L'importante è prendere l'abitudine di fermarsi e ritrovarsi. Di parlare e ascoltare. E per questo servono solo genitori che danno l'esempio e sono disposti ogni volta a dedicare tempo a risolvere il conflitto, con costanza e con coerenza.

Quando avevamo una casa stabile, non avevamo un tavolo della pace dedicato: usavamo spesso il tavolo delle attività e un piccolo peluche "guardiano della parola" (con i bambini piccoli aiuta avere un rituale speciale, sempre lo stesso, per risolvere il conflitto) e la chiamavamo "riunione al tavolo della pace". Durante un conflitto, spesso mi avresti sentito dire: "Mi sa che abbiamo bisogno di una riunione al tavolo della pace".

Oggi il nostro tavolo della pace è puramente immaginario, ma il concetto rimane: per risolvere i conflitti ci sediamo per terra, in macchina, sulla spiaggia, ovunque siamo, e parliamo a turno. Non abbiamo nemmeno più bisogno del guardiano della parola, abbiamo imparato ad aspettare e ascoltare l'altro con pazienza.

Per me il concetto alla base del tavolo della pace – e magari con i bimbi più piccoli proprio il tavolo della pace fisico – dovrebbe trovare un posto in ogni casa: un angolino dove ritrovarsi, calmarsi, parlare delle emozioni e risolvere i conflitti in armonia. Non solo tra bambini, ma anche tra genitore e figlio – quando un genitore perde la calma e non è orgoglioso di come ha agito.

Se vuoi approfondire il tema della risoluzione di conflitti, ti invito ad ascoltare l’episodio 21 del mio podcast Educare con Calma. E nel mio corso online Educare a lungo termine, troverai tutto ciò che ti serve per iniziare un'evoluzione personale e affrontare la genitorialità con più calma e serenità.  

Infine, ecco alcuni tavoli o angoli della pace a cui puoi ispirarti.

Photo credit: www.montessoriencasa.com
Photo credit: www.springstonekids.com

Photo credit: Pinterest

Photo credit: www.zaragosaschoolhouse.com

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