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Non sono perfetta. Sono consapevole

Carlotta Cerri
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Sono giornate che ho l’urlo facile. Mi sento nervosa, stressata e faccio fatica a controllare le mie emozioni. Mi sforzo, ma la pazienza mi accompagna fino a un certo punto; poi i miei figli o mio marito spingono ancora un po’ e la calma, la perdo.

Spesso sono orgogliosa di me come madre e di quello che sono riuscita a cambiare di me per educare i miei figli come credo sia meglio. È una montagna che scalo da quasi 6 anni e sono diventata bravina a prevedere i punti di appiglio più stabili.

Poi a volte, come in questi giorni, metto un piede sbagliato e scivolo indietro di qualche decina di metri. Da lì, faccio un respiro profondo, ritrovo il mio centro e inizio a risalire.

Perché ti racconto tutto questo? Perché per quanto io cerchi di mostrare le mie vulnerabilità e le mie difficoltà, internet inganna e non voglio che passi il messaggio che sono una mamma perfetta. La mamma perfetta non esiste.

Sai perché ti sembra che io riesca a gestire meglio le situazione scomode? Perché sbagliare non mi spaventa. Perché ogni volta che scivolo, sono solo un po’ più lontana dalla cima. Ricomincio la risalita.

Mi guardo dentro, vedo dove ho sbagliato, mi scuso con i miei figli e poi rinizio il lavoro. E il lavoro spesso ha poco a che vedere con la genitorialità: ha a che vedere di più con l'accettazione di sé, con la cura del proprio corpo, con il ritagliare tempo di qualità per stare soli con noi stessi, con il perdono che sappiamo darci, con l'ammissione dei nostri limiti. Ma il lavoro su me stessa non mi spaventa, mi spaventa di più non farlo.

Tutto questo non mi rende una madre perfetta, né una bravissima madre. Mi rende una madre consapevole.

Consapevole del fatto che se vogliamo aiutare i nostri figli a raggiungere il loro massimo potenziale, dobbiamo prima tirare fuori il nostro. Se vogliamo che i nostri figli diventino esseri umani completi, equilibrati, dobbiamo prima esserlo noi. Se vogliamo che sappiano prendersi le proprie responsabilità, dobbiamo prima modellare con il nostro esempio.

E consapevole del fatto che l'evoluzione  non è una freccia unidirezionale. Ha progressi e regressi. Più ne siamo consapevoli, prima riusciamo a riprendere a scalare quando scivoliamo.

PS. Questo post nasce da una serie di messaggi pubblici e privati che ricevo spesso su Instagram e che dicono che sono una mamma "bravissima", "straordinaria", "un esempio": no, sono solo una mamma consapevole della sua evoluzione personale.

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