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10 riflessioni per aiutare un bambino di due anni

Carlotta Cerri
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NB: Quando scrivo “2 anni” intendo l’età compresa tra ~18 mesi e ~3 anni (che alcuni definiscono la fase dell'autoaffermazione). Le età sono indicative, i bambini tutti diversi e ogni famiglia e individuo ha la sua storia personale.


Quando mi scrivete:

  • Piange per nulla
  • Grida se gli dico NO
  • Rovina i giochi degli altri / tirano i capelli / sono improvvisamente aggressivi
  • Non accetta nulla che gli propongo

Generalmente chiedo: ha 2 anni?

Avere 2 anni è come se qualcuno ti prendesse e ti mettesse in una centrifuga a massima velocità. Questo è il livello di confusione dei 2 anni. E questa età è quando tuoi figli hanno bisogno di te infinite volte più del normale.

Ricorda: è quando tuo figlio fa più fatica che ha più bisogno di te.

Non c'è una bacchetta magica per le crisi e le difficoltà dei 2 anni, ma ci sono alcune cose che possiamo tenere a mente e alcuni "trucchi" che possiamo provare (senza aspettarci risultati miracolosi – che non esistono):

  1. Quando pensiamo che nostra figlia ci sta facendo fare fatica, dobbiamo ricordarci che lei ne sta facendo molta più di noi. La migliore strategia è provare in tutti i modi a mantenere la calma: la nostra calma è la loro calma.
  2. Questa è l'età in cui vuole praticare al massimo la volontà e l'indipendenza: è ovvio che se glielo neghiamo con i nostri NO entriamo in una lotta di potere.
  3. Prevenire la lotta di potere è possibile: diciamo meno NO (perché la maggior parte dei no che diciamo non sono necessari) e diamo due opzioni in modo da lasciare la scelta a loro. E prima di dire NO, chiediamoci sempre se è DAVVERO necessario!
  4. Dire meno NO e dare due opzioni non è viziare, è educare a lungo termine: è dare loro l'opportunità di praticare la volontà e l'indipendenza – che è ciò di cui hanno bisogno in questo momento.
  5. La maggior parte delle lotte di potere nascono perché noi adulti non sappiamo mettere da parte il nostro ego: diciamo "non puoi salire lì" e pensiamo che, visto che ormai lo abbiamo detto, dobbiamo mantenerlo. Questo è sbagliato e trasmette un modello malsano di gestione dell'ego. Educare a lungo termine significa imparare a mettersi in dubbio.
  6. Se sai che tua figlia rompe i giochi degli altri / picchia / tira i capelli -> 1. è tutto normale! 2. per un po' non perderla di vista e rimani vicino a lei quando gioca per insegnarle, con gentilezza e pazienza, come trattare gli altri e i loro giochi.
  7. Se sai che tuo figlio urla quando gli dici NO -> 1. prova ad evitare il NO; 2. prova a trasformare il NO in un sì. "Non salire lì" -> "Puoi salire lì con il mio aiuto" e poi chiedigli quando è pronto per scendere. Se dici di no, forse lo vorrà fare di più; se lo aiuti, imparerà a chiedere il tuo aiuto.
  8. Se tua figlia "piange per nulla" -> i bambini non piangono per nulla, c'è sempre una ragione dietro ai loro comportamenti. Osservali di più.
  9. Se non capisci la ragione del pianto -> a maggior ragione mostra ancora più comprensione ed empatia. Offri un abbraccio o se non lo vuole spiega che ci sei per quando avrà voglia.
  10. Tu, adulto, conti. Anche la tua volontà conta. Capisci che cosa sei disposto ad offrire e poi sii coerente. Se non sei disposto ad offrire un gelato, è un NO fermo, ma gentile, nonostante i pianti. Se non sai ancora se vuoi offrire un gelato o no, non dire NO di default: prendi tempo e capisci che cosa sei disposto ad offrire prima di comunicarlo.

Soprattutto: non concentrarti su ciò che pensano gli altri. Sii acqua, lascia scorrere gli sguardi. Purtroppo viviamo in un mondo in cui molti genitori, invece di aiutarsi a vicenda, preferiscono giudicarsi, come se non ricordassero i momenti in cui anche loro hanno fatto fatica. 1. Non essere uno di quei genitori e 2 Non preoccuparti di quello che pensano gli altri: tu e tuo figlio siete la priorità.

🎙 Ascolta anche l'episodio del podcast relativo in cui approfondisco: è il numero 53 Riflessioni sulle difficoltà dei 2 anni.

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