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Aspetta le sue risposte!

Se chiedi cos'è successo, aspetta le risposte e non fare assunzioni. Ma è sempre necessario chiedere?

Carlotta Cerri
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Hai due bambini, stanno giocando insieme e uno viene da te piangendo:

❌ Che cosa è successo? È stato tuo fratello / tua sorella?

❌ Ti ha dato una sberla? Ti ha spinto?

Se imbocchiamo le risposte, è probabile che non scopriamo la verità e ci arrabbiamo senza diritto con il fratello o la sorella. Se chiediamo e poi non aspettiamo la risposta, ma continuiamo ad assumere: trasmettiamo il messaggio che non pensiamo che siano in grado di raccontarci l'accaduto. Se facciamo domande a cui possono rispondere sì o no, è probabile che pur di rispondere ci dicano a sì anche se non è vero, solo per essere consolati: trasmettiamo il messaggio che la verità non è importante.

✅ Abbraccia e aspetta che si calmi: "Sono qui con te"

✅ Quando è calmo: "Che cos'è successo?" e aspetta la risposta

In questo modo siamo mediatori e non giudici e soddisfiamo immediatamente l'unico vero e proprio bisogno di quel momento: la nostra presenza e il nostro amore.

Infine, non sempre c'è bisogno di sapere che cos'è successo: quando sono calmi, se vogliono ce lo raccontano e se no, magari non c'è nemmeno bisogno di chiedere.

🎙 Approfondisco (anche cosa fare con il fratello o la sorella) nell'episodio 44 del mio podcast Educare con Calma. Dura solo 5 minuti, apposta per renderlo accessibile a tutti i papà e tutte le mamme!

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