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Un'improbabile laurea

Carlotta Cerri
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11/11. Il giorno perfetto.

Mi alzo. Mi vesto. Mi guardo allo specchio. Sono perfetta. Pronta. Arrivo in facoltà. La sala lauree è regale, soffitto finemente affrescato, velluto rosso sulle poltrone che salgono le scale a formare un anfiteatro intorno a me. La Commissione in toga e tocco. Sicura la mia voce, chiare e puntuali le diapositive, impeccabile la presentazione. Una stretta di mano. Ringrazio e… mi sveglio.

In realtà, le cose sono andate così.

Giovedì 06/11 – 5 giorni prima della laurea

Ore 10:45

Le diapositive per la presentazione sono pronte. Chiamo la presidenza della facoltà per prenotare il proiettore per il giorno della laurea.

«Sì, abbiamo un proiettore, ma il ragazzo che sapeva usarlo non lavora più qui e noi non abbiamo idea… lei conosce qualcuno che sa usarlo?». D’accordo, niente diapositive. Sorpresa? Naaaaaa… è della facoltà di Lingue di Torino che parliamo!

Martedì 11/11 – giorno della laurea

Ore 06:00

La sveglia mi sorprende con gli occhi già spalancati da qualche minuto. Mi alzo e inizio mentalmente a ripassare il mio impeccabile discorso rigorosamente in inglese con in mano la mia impeccabile handout – in sostituzione delle slides.

Bene, il discorso è perfetto e il mio inglese sembra avere uno dei suoi giorni “on”. Ma io sono una corda di violino.

Ore 09:30

Arrivo in facoltà con famiglia al seguito circa 1 ora prima del mio turno e ricevo il primo aggiornamento dagli altri laureandi. «Stanno modificando il calendario, perché alcuni professori hanno lauree anche in un altro edificio e quindi a volte sono un po’ in ritardo».

Sorpresa? Naaaaaa… è della facoltà di Lingue di Torino che parliamo!

Ore 09:45

Vedo l’aula nella quale mi laureerò. Come potete vedere, niente scale, niente anfiteatro, niente soffitto affrescato, niente velluto rosso e soprattutto niente toghe né tocchi.

Sorpresa? Naaaaaa… è della facoltà di Lingue di Torino che parliamo!

Ore 11:15

No, non hanno ancora chiamato il mio nome, ma il mio relatore – nonché mio mentore, unico professore stimolante e appassionato che abbia incontrato in 3 anni – si avvicina e mi dice: «Credo che discuterai la tesi in italiano, perché in Commissione non tutti capiscono l’inglese». What??? Mi laureo in Lingue in… italiano?

Sorpresa? Beh, a ‘sto punto sì. Eccome!

Ore 11:30

Con il cervello re-impostato in modalità italiano, entro finalmente nella fossa dei leoni ormai completamente rassegnata, per uscirne circa 15 minuti dopo con il titolo di Dottoressa in Scienze della Mediazione Linguistica.

Dottoressa??? Con tutta la pazienza che ho avuto in questi 3 anni, come minimo mi aspettavo mi facessero santa!

Sorpresa??? Naaaaaa….

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