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Lettino Montessori evolve — sviluppando la consapevolezza spaziale

Carlotta Cerri
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Fino ad ora, Oliver non si muoveva molto nel letto—o da nessuna altra parte. A volte lo trovavamo girato di 180°C o di traverso o al massimo della mobilità riusciva a rotolare giù dal letto—sul morbido del materassino della culla Bednest.

Una mattina, lo abbiamo trovato così nella sua cameretta Montessori.

Quella stessa sera, lo abbiamo messo a letto e dopo pochi minuti lo abbiamo ritrovato seduto sul tappeto tutto piagnucolino—era riuscito a strisciare indietro come un gambero, arrivare alla fine del letto, scendere in posizione seduta e mantenere l’equilibrio fino al nostro arrivo (altrimenti sarebbe forse caduto all’indietro, sbattendo la testa sul marmo).

Il messaggio era chiaro. Era arrivata l’ora del lettino Montessori 2.0, la versione cuscinosa e a prova di bebè mobile. O prendendo in prestito le parole di un’altra mamma su Twitter, la versione nomade. Questo è il risultato e mi fa dormire tranquilla la notte e, chissà, magari eviterà inutili incidenti.

Quando smetteranno di cadere dal letto?

Ogni bambino è un mondo a sé e ha i suoi tempi. Questa è sicuramente la prima sfida del lettino montessori: sviluppare il senso dello spazio—o consapevolezza spaziale. (La seconda sarà tornare a letto dopo aver giocato invece di addormentarsi in giro per la stanza :-).

Rotolare giù dal letto è una tappa fondamentale. Il bimbo impara a sviluppare non solo il proprio senso dello spazio, ma anche la propria mappa del corpo—la sua dimensione e forma. E dopo vari tentativi e fallimenti, rimanere a letto sembrerà del tutto naturale e quella mappa del corpo diventerà intuitiva, gli dirà dove si trova anche nel sonno, quanto spazio c’è nel letto e quanto di quello spazio occupa il suo corpo—come facciamo noi adulti.

È difficile sviluppare la consapevolezza spaziale? Provaci!

Su questo blog ho letto un trucco che noi adulti possiamo provare per avere una vaga idea di quanto sia difficile per un bimbo sviluppare la consapevolezza spaziale e come ci si senta a girare il mondo con un senso dello spazio sottosviluppato :-D

Basta provare a toccare il pollice destro con l’indice sinistro sopra la testa, in modo da non riuscire a vedere le dita (come vi mostro molto amorevolmente nella foto). Tutt’altro che facile!

Tutti i bambini sviluppano il proprio senso spaziale prima o dopo—forse i bimbi montessori lo sviluppano prima perché saltano la fase culla e vengono esposti fin da piccoli alla possibilità di “cadere giù dal letto”. Ma è semplicemente qualcosa che succederà spontaneamente.

Un Safari Bed può aiutare il processo!

Sullo stesso post, ho scoperto il Safari Bed (letto safari), un “gioco” per sviluppare la consapevolezza spaziale. È pensato per bambini più grandicelli, ma perché non farlo appena il bimbo dorme nel suo letto e inizia a muoversi?

Consiste semplicemente nell’esplorare i confini del letto con il bambino—farlo rotolare da un lato all’altro e “cadere” giù dal letto quando arriva al bordo, o più avanti farlo gattonare sul perimetro del letto seguendo un gioco—e se vuole scendere dal letto, è sempre importante che impari a farlo mettendo giù prima piedi e ginocchia!

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