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Episodio 10 ·

Sostenibilità: come sensibilizzare i bambini e i giovani adulti | Con Cristiana Cerri Gambarelli

In questa puntata a due voci di Educare con Calma – divisa a metà perché amo gli episodi corti - parliamo di sostenibilità e per farlo ho invitato mia sorella, Cristiana Cerri Gambarelli, project manager della Federazione dei Giovani Verdi Europei e un esempio per chiunque voglia intraprendere un viaggio nella sostenibilità: negli ultimi ha cambiato tutta la sua vita per ridurre la sua impronta di carbonio e per prendere ogni giorno decisioni più sostenibili per il nostro pianeta e in questa intervista ci racconta come ha fatto e ci dà alcuni spunti interessanti per avviare un cambiamento.

In questa seconda parte parliamo di green washing, di come la generazione di giovani adulti può promuovere un cambiamento e di idee per iniziare a sensibilizzare i bambini piccoli all'importanza di prendersi cura del nostro pianeta.

Trovate mia sorella su Instagram come @crimedotcom (e se avete domande scrivetele che, anche se lavora ogni minuto della giornata, è sempre molto disponibile).

In questo episodio Cristiana fa riferimento alla politica e attivista statunitense Alexandria Ocasio-Cortez (un esempio di passione, dedicazione e professionalità oltre ad essere la donna più giovane eletta al parlamento statunitense) e consiglia a tutti di vedere il documentario A Message from the Future with Alexandria Ocasio-Cortez.  

Come appoggiare il podcast:

Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità mi danno fastidio e non voglio sottoporvi a più pubblicità di quelle che già vi sommergono nella vita quotidiana. Se vi piace il mio podcast e volete aiutarmi a mantenerlo vivo, potete condividerlo con più amici possibile e acquistare uno dei miei corsi:

  • Educare a lungo termine: un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling – educare a casa: un corso online su come affiancare il percorso scolastico per dare l’opportunità ai bambini di non perdere il loro naturale amore per il sapere.
Cristiana
Carlotta di La Tela è mia sorella 🥰 Non sono genitore, la mia passione è la politica e sapere che l'Italia ha La Tela mi dà un sacco di speranza.

Carlotta: [00:00:00] 
Ciao a tutti e benvenuti a un altro episodio di Educare con calma. La scorsa settimana ho parlato con mia sorella di sostenibilità, ma avevo interrotto l'intervista, Quindi questa settimana vi pubblico la seconda parte dell'intervista che è veramente molto interessante. Se vi interessa ascoltare la prima parte vi ricordo che abbiamo parlato di temi come ad esempio tre piccoli cambiamenti pratici che si possono fare nell'immediato e che possiamo fare tutti, ma anche di che cosa significhi sostenibilità perché sostenibilità è una parola secondo me difficile, quindi senza dilungarmi ecco la seconda parte dell'intervista. Godetevela. Buon ascolto. 
Mi piacerebbe cambiare un po' il focus, nel senso che non ci sono solo famiglie che ci ascoltano oggi, ma ci sono anche tanti giovani della tua età e tanti genitori di adolescenti e ragazzi più grandi e quindi mi piacerebbe anche farti una domanda per loro. Che cosa credi che possa fare la tua generazione, in particolare i giovani, per creare una società più sostenibile?

Cristiana: [00:01:12] 
Domanda da non dico 1.000.000 di dollari perché sinceramente non mi interessa avere 1.000.000 di dollari, ma da 1.000.000 di libri. Ovviamente, mi metti un po' in crisi perché questo è anche la mia investigazione personale su quello che devo o non devo fare ogni giorno. E se quello che sto facendo è, tra virgolette, la cosa più in questo momento socialmente utile e a livello ambientale. Ma una cosa che a me ha aiutato molto è appunto il fatto di essere critico, ed essere critico ogni giorno in quello che si fa. Per me questo si è tradotto molto nel cercare di identificare le bandiere del cosiddetto, e questo lo dico in inglese perché non penso ci sia una parola italiana ma se c'è dimmela, il greenwashing, quello che in pratica viene molto spesso oggi portato avanti dalle aziende quando da due anni a questa parte tutte le aziende sono diventate verdi, sostenibili e si occupano dell'ambiente, eccetera, ma in realtà non è cambiato niente effettivamente nella situazione dove siamo o nel mondo, o comunque è cambiato molto poco, ma tutte le aziende e tutti i prodotti e tutte le marche sono sostenibili e si occupano dell'ambiente, hanno un qualche marchio eccetera. E questo appunto viene chiamato green washing perché ti porta a pensare che tutto, persino ENI, che è una delle aziende italiane più sporche e io la chiamo sporca perché effettivamente è un'azienda sporca di combustibili fossili, oggi ti inonda di pubblicità piene di farfalle che sono in via di estinzione, per dirti stiamo facendo qualcosa per l'ambiente, ma NO, non è vero. E per me il diventare critico significa semplicemente farsi tre domande. Le tre domande sono, uno chi racconta questa storia? Quindi chi è che mi sta dicendo questa cosa? Due, chi ne trae beneficio da questa storia? E 3, chi manca in questa storia, quindi se magari da questa storia non non viene menzionata una foresta o non viene menzionato una nave gigantesca che sta attraversando l'oceano in questo momento, o una popolazione che è rimasta senz'acqua eccetera...E io lo so che sono complicatissime queste domande da farsi, però effettivamente oggi siamo in un momento in cui chiunque cercherà di vendersi sostenibile. Anche Amazon cerca di vendersi sostenibile, ma il fatto che puoi comprare da un giorno all'altro e farti arrivare a casa i prodotti da un giorno all'altro, non può essere sostenibile perché ogni volta che qualcuno ci dice, puoi avere una cosa in un batter d'occhio, uuummmmhhh, c'è qualcosa che non funziona, perché non è normale che si possano avere le cose in un un batter d'occhio, molto spesso, soprattutto se ti vengono trasportate a casa. Per me si tratta davvero di farsi più domande, che poi all'inizio possono avere risposte vaghe e può anche essere difficile farsi queste domande e non trovare le risposte. Ma piano piano, settimane dopo settimane, mesi dopo mesi, automaticamente, hai un po' questa "criticità" nel modo di guardare quello che fai, e non semplicemente quello che fai, ma anche l'ambiente intorno a te e cercare di vedere un po' più quali sono, appunto, queste bandiere rosse che poi effettivamente magari non portano cambiamento a lungo termine. E quindi per me questa cosa dell'essere un po' più critici serve, e io mi ispiro sempre a chi può essere più critico di me e quindi cercare di trovare la criticità in questa vita che molto spesso ci viene data in formato standard e l'accettiamo così com'è.

Carlotta: [00:05:49] 
Ecco va beh, con me vai a pennello su tutto questo, lo sai, perché anch'io la penso esattamente allo stesso modo ma credo che sia veramente importante ricordarlo. Sì, effettivamente non solo ai giovani, ma anche ai bambini. A proposito di bambini, ricordo che nell'ultimo anno che vivevamo Marbella avevamo organizzato diverse pulizie della spiaggia, o comunque avevamo partecipato a diverse pulizia della spiaggia a cui anche Oliver ed Emily avevano partecipato, anzi, forse eri venuta anche tu con noi qualche giorno. E, è buffo perché da quell'esperienza i bimbi hanno cominciato a pulire naturalmente un po' ovunque, ... in spiaggia, nei boschi, ed è qualcosa che oggi viene spontaneo, ad esempio, vedono un sacchetto di plastica per strada, lo raccolgono e lo tengono in mano finché trovano il cestino. E questa cosa mi ha fatto pensare, perché mi sono chiesta, ma ci saranno altre piccole cose che posso fare per insegnare ai bimbi a prendersi cura dell'ambiente?

Cristiana: [00:06:55] 
Penso che questa cosa, anche del pulire la spiaggia, si traduca un po' nella vicinanza alla natura, che oggi non è data per scontato, soprattutto per le famiglie e i bimbi che vivono in città. Avvicinarsi alla natura significa anche che ti rendi conto da dove arrivano le cose, l'impegno che viene messo nel creare le cose, tipo nel far crescere un frutto, nel far crescere una verdura. E io non sapevo da dove arrivassero le carote, per esempio, quando sono cresciuta, cioè, queste cose assurde che non diresti mai che è possibile, però per far crescere una carota non c'è bisogno di una tv o di una presa nel muro, c'è bisogno di terra e c'è bisogno di acqua e c'è bisogno di sole. Mi ricordo sempre come Oliver abbia smesso di mangiare carne, non ha smesso di mangiare carne perché è andato sul mercato e ha visto che c'erano le fettine nel banco della carne e ha pensato, ah questa carne arriva da lì? Ha smesso di mangiare carne perché è andato a vedere una fattoria e da lì, dei meccanismi sono probabilmente iniziati nella sua piccola testolina e ha cominciato a farsi domande e a quel punto ha preso una decisione. Questa vicinanza alla natura è una cosa che molto spesso viene messa in secondo piano, perché comunque viviamo una vita frenetica, una vita da città. Ma penso che anche solo appunto partecipare, andare a visitare una fattoria, o visitare un orto per chi vive in città più grandi, magari più attrezzate, in questa direzione ci sono orti urbani che si possono visitare, ma ci sono piccole comunità che semplicemente lo fanno nei propri giardini, o sui tetti delle case e penso che sia importantissimo, perché appunto comincia un po' a dare una vicinanza a questa comprensione più olistica, credo sia la parola, anche se non so se si dica in italiano, penso di sì, del da dove arrivano le cose e come sono create le cose. 
Però farei questa domanda in verità a te. Perché io non sono una mamma, non ho una famiglia e non ho dei bambini e quindi pensavo di farti la stessa domanda. Secondo te Carlotta, ci sono micro piccole cose che si possono fare per insegnare ai bambini a prendersi cura dell'ambiente?

Carlotta: [00:09:45] 
Cioè praticamente la cosa bella di fare l'intervista e che io faccio la domanda e non devo preoccuparmi di niente quindi, rilassata rilassata, invece poi tu fai le domande a me. Ma sì, guarda, probabilmente quello che hai detto del contatto con la natura è veramente la cosa più importante, perché effettivamente ho notato, soprattutto nell'ultimo anno in cui abbiamo vissuto in giro per il mondo, ho notato che veramente i bimbi sono cresciuti immensamente, sempre e solo nei posti di natura, dove avevamo contatto con la natura. Non importa, poteva essere una foresta, poteva essere una giungla, poteva essere una spiaggia, ma comunque è natura, cioè, c'è qualcosa nella natura che li chiama e loro rispondono in maniere che non ci aspettiamo. E poi, probabilmente anche piccole cose, come quello che dicevo prima nella domanda come organizzare delle pulizie di spiagge, strade, boschi. Questa è una cosa che può fare chiunque, nel senso che non è che bisogna aspettare l'organizzazione X che organizzi la pulizia della strada. Si può prendere un gruppo di mamme della scuola che hanno a cuore il tema della sostenibilità e decidere, ok, oggi andiamo a pulire la strada X perché c'è sempre spazzatura, ci si mette i guanti e si prendono i sacchetti e i bimbi vanno con il loro sacchettino e mettono la spazzatura nel sacchettino. Già solo questo è un piccolo modo per prendersi cura del nostro pianeta e per dare comunque questo messaggio che è importante prendersi cura del nostro pianeta. Forse un'altra cosa, magari più sul tema degli animali, invece, potrebbe essere quello di evitare gli zoo, cercare almeno il più possibile di cercare di vedere gli animali nel loro habitat naturale, qualora sia possibile. E se proprio si sceglie di andare allo zoo, non nascondere i comportamenti strani di animali. Io ricordo una volta eravamo andati in uno zoo che per me era un po' più accettabile, ma dove oggi probabilmente non tornerei, perché non trovo più le realtà degli zoo accettabili, e c'erano questi scimpanzé che correvano intorno all'albero, sbattevano contro la parete, grattavano la roccia come se cercassero di uscire dalla parete. E io mi ricordo che Oliver ne era rimasto veramente colpito. Lui era piccolino, allora mi sembra che avesse tre anni e mezzo. Quattro forse. Io come madre avrei potuto decidere di ignorarlo, o avrei potuto decidere di dirgli le cose come stavano, ovvero che questo scimpanzé non era felice. Questo è un comportamento di un animale che non è felice perché non è nel suo habitat naturale. C'è tristezza, ci sono molte domande, c'è dolore ovviamente da parte dei nostri bambini, però è la realtà della vita e io credo che sia importante comunque prendersi la responsabilità delle nostre decisioni. Se portiamo i nostri figli allo zoo non possiamo ignorare questa responsabilità. Quindi, ecco, questa è la mia risposta alla "mia domanda", ahahah. Potrei farlo un podcast del genere? Mi faccio le domande e me le rispondo. Fantastica!

Cristiana: [00:13:31] 
Puoi fare, Carlotta risponde a Carlotta in 15 secondi. 

[00:13:34] 
Fantastico, bellissimo... Ok. 
Allora per ritornare un attimo a te e a quello che puoi insegnarci tu, mi è piaciuta tantissimo una cosa che hai detto prima. Adesso non ricordo esattamente le parole, però quando ti ho fatto una domanda prima hai detto, e me la sono segnata perché altrimenti non me la sarei ricordata, che sta ad ognuno di noi auto selezionarci nello spettro e dire ok, questa scelta è adatta a me, questa scelta non è adatta a me e io credo che ci sia molto di questo anche nel concetto dell'educare con calma, perché a volte è abbastanza semplice, credo, lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative quando si inizia un viaggio nella sostenibilità, perché ci si guarda intorno e ci si dice ma cosa posso cambiare io, piccolino, piccolino in un mondo che sta andando a rotoli. E quindi sono emozioni negative che ti assalgono inevitabilmente e credo che tu ne sappia qualcosa perché credo che anche tu l'abbia vissuto all'inizio di questo tuo percorso, se non ricordo male.

Cristiana: [00:15:00] 
Assolutamente, si chiama Climax crisis, ed è quando ti rendi conto che tutto quello che fai nella tua vita normale in un qualche modo ha una qualche conseguenza negativa da qualche parte, e che non puoi fermarlo perché semplicemente significa che fermarlo significherebbe che dovresti smettere di respirare e smettere di muoverti e di fare qualunque cosa. Però da lì si passa, poi magari anche ad una consapevolezza, anche a prendersi meno sul serio. Diciamo che per me si passa sempre dal prendersi molto sul serio, dire io posso cambiare il mondo cambiando questa cosa e poi arrivo a prendermi meno sul serio nel senso che so che c'è un tot di cose che posso fare e scelgo quelle che per me hanno più valore e penso di aver fatto tanti cambiamenti che ormai sono diventati non difficili, quindi quelli rimangono. Però sicuramente non è sempre semplice. Ci sono i giorni in cui penso che potrei cambiare il mondo e che cambierò il mondo insieme a tutti quelli che come me lo vogliono fare e gli altri giorni in cui vorrei mettermi sotto le coperte e smettere di parlare, di vedere e di sentire. Però sicuramente questo elemento della calma è forse un po' collegato a questo prendersi meno sul serio.

Carlotta: [00:16:30] 
Sì, certamente. Sì, credo anch'io. Credo sia esattamente quella sensazione del mettersi sotto le coperte e dire basta io non posso fare niente, non posso fare più niente. Niente aiuta. È un po' quello che dici tu. Forse bisogna prima arrivare all'estremo e poi, piano piano fare dei passetti indietro per trovare un equilibrio. Ma senti, c'è una domanda visto che sono già 50 minuti quasi di podcast, c'è una domanda che non ti ho fatto a cui ti farebbe piacere rispondere.

Cristiana: [00:17:05] 
Mmmmh. Diciamo che forse abbiamo parlato della sostenibilità, che non è comoda e che non è una scelta comoda e per me non è una scelta comoda perché nella parte di mondo dove viviamo abbiamo una serie di privilegi che non abbiamo scelto, ma con i quali siamo cresciuti e ultimamente c'è stato un grande movimento appunto in seguito alla morte di George Floyd, sicuramente non sarà passata inosservata neanche in Italia la richiesta delle comunità di colore del mondo di una presa di coscienza riguardo a quali sono i privilegi e perché l'imparare cos'è il razzismo e cos'è oggi, quali sono i privilegi dei bianchi non è comodo e per me è un po' un'analogia questa, perché la sostenibilità non è comoda, perché è praticamente prendere ogni parte della tua vita e sgretolarla e capire il fondamento e capire l'origine. Ed è la stessa cosa appunto per capire qual è l'origine del privilegio nel quale oggi io da persona bianca che vive in un Paese sviluppato, ho tutti i servizi e ho tutti i diritti. Quindi forse, per me, fare i passi successivi nella sostenibilità, o quello che significa sostenibilità per me oggi, significa anche rendermi conto di questo privilegio e utilizzarlo per dare voce a chi questo privilegio non ce l'ha e non ce l'ha mai avuto. E fare un passo indietro e rendere il viaggio verso la sostenibilità anche a volte scomodo, perché?, perché questa è la richiesta che ci viene fatta dalle comunità di coloro che stanno ancora cercando di trovare il loro posto in questo mondo strano. E quindi penso che si debba ascoltare chi è discriminato a prescindere, se questa è la richiesta che viene fatta, che non sia sempre comodo, che non sia sempre un processo comodo, magari in un altro podcast possiamo andare più nel dettaglio di cosa significa fare i passi successivi, cosa significa prendere decisioni anche in vista di un cambiamento proprio di sistema più grande.

Carlotta: [00:19:51] 
Certo mi sembra molto interessante e sicuramente ci sarebbe un intero episodio sui passi successivi, perché oggi abbiamo visto comunque dei passi importanti, ma che probabilmente sono i primi passi e poi bisogna fare un grandissimo lavoro che va molto molto più in là dell'alimentazione, della plastica e dei cambiamenti pratici nella vita, ma poi insomma magari possiamo parlarne davvero in un altro episodio. Senti, invece, per concludere, non so se hai una frase che ti è piaciuta di recente o che ti ha ispirata nel tuo viaggio verso la sostenibilità con la quale vorresti salutarci?

Cristiana [00:20:38] 
Mmmmmh. Ho guardato di recente di nuovo un video, è un'illustrazione e penso che ci sia anche la traduzione in italiano, effettivamente, ma è un video che è stato creato da Alexandria Ocasio-Cortez, che è una ragazza, che fino a due anni fa era una cameriera, che poi è entrata nella politica americana e oggi è davvero un simbolo di progressività all'interno della politica e per la lotta sociale. E lei ha fatto questo video perché anche in Italia si parla molto spesso di green new deal  come se fosse un manifesto dei cambiamenti della società che devono essere fatti per diventare una società più sostenibile, quindi  passando dall'individuo al sistema di società. E in questo video c'è una frase che mi ha colpito tanto, perché non dice molto, però effettivamente per me dice tantissimo, che è, preoccuparsi per gli altri è un lavoro prezioso e a basse emissioni. E il video di per sé è bellissimo, quindi davvero suggerisco a tutti di vederlo perché cerca di immaginare una società sostenibile e perché fondamentalmente non possiamo diventare ciò che non vediamo e ciò che non riusciamo a immaginare. Quindi il primo passo anche verso dei cambiamenti, è immaginare la tua vita con questi cambiamenti già in atto, e immaginare come sarebbe. E quindi questa idea del fatto che alla fine una sostenibilità all'interno della società significa semplicemente prendersi cura anche degli altri e che il fatto che ti puoi prendere cura degli altri è a basse emissioni, significa che non dobbiamo poi fare così tanto, ma possiamo iniziare appunto dal prendersi cura anche degli altri, altri visto come l'altra famiglia, o l'altro bambino, o l'altra mamma, o l'altra insegnante, o anche l'altra persona che si incontra su un bus, per esempio. E penso che iniziare da lì sia appunto prezioso e a basse emissioni.

Carlotta: [00:23:20] 
Che è bellissima! Poi quel video è bellissimo e lei è veramente un modello da seguire, quindi se non la conoscete, o non conoscete questo video, il video lo metto magari nelle note del podcast perché è veramente molto, molto, bello. Non so se c'è con i sottotitoli in italiano, credo di sì, no?

Cristiana: [00:23:36] 
Penso di sì.

Carlotta: [00:23:38] 
Allora lo metterò sicuramente, lo cercherò. E comunque con questo credo che finiamo qua la puntata di oggi. E grazie mille Cri per tutti gli spunti che ci hai dato, ma soprattutto per farti una chiacchierata con me per il mio podcast che lo sai che è una cosa a cui tenevo particolarmente, intervistare la mia famiglia come prima interviste per il mio podcast, perché mi piace l'idea di avervi con me in questo nuovo progetto e quindi grazie mille. E ricordo a chi ci ascolta da casa che se volete trovarmi su internet mi trovate sempre su www.latela.com, oppure su Facebook e Instagram come @lateladicarlottablog. E con questo io e Cri vi salutiamo.

Cristiana: [00:24:27] 
Sì.

Carlotta: [00:24:28] 
Alla prossima.

Cristiana: [00:24:29] 
È stato davvero bello. Da fare più spesso.

Carlotta: [00:24:34] 
Sì, sicuramente da fare più spesso. Grazie ancora cucciolina e con voi da casa ci vediamo nella prossima puntata di Educare con calma. Ciao ciao!

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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