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Episodio 11 ·

La nostra routine con i bimbi

Mi chiedete spessissimo quale sia la nostra routine a casa con i bimbi e in questo episodio vi svelo che noi, una routine vera e propria, non ce l'abbiamo. Abbiamo una routine minima e indispensabile, che è un concetto che mi sono totalmente inventata su due piedi mentre parlavo a briglia sciolta in questo episodio, ma che credo funzioni davvero. Almeno per noi.

La routine minima e indispensabile, secondo me, risponde anche a un altro "problema": trovo che ci bombardino spesso con l'idea dell'importanza della routine per i bambini e con idee di "idee di routine" o "routine ideali" e per questo spesso i genitori si ritrovano a seguire delle routine che non riflettono davvero il ritmo biologico della loro famiglia.

L'articolo sui giorni NO di Oliver (quello in cui, nella versione inglese, potete leggere il commento della mamma a cui faccio riferimento nell'episodio) si intitola "Amore incondizionato" sul mio blog.

Potete leggere le mie ragnatele di pensiero anche su late.la (tra l'altro, il mio sito è tutto nuovo, ti invito a darci un'occhiata 😍) e su Instagram e Facebook @lateladicarlottablog.

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  • Educare a lungo termine: un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling – educare a casa: un corso online su come affiancare il percorso scolastico per dare l’opportunità ai bambini di non perdere il loro naturale amore per il sapere.


Ciao e Benvenuti all’11 esimo episodio di educare con calma! Undicesimo episodio! Wow! Ho lavorato talmente tanto nelle ultime settimane che non mi sono nemmeno accorta che ci sono già 10 episodi sul podcast, che significa 10 settimane… incredibile, mi sembra davvero di averlo iniziato ieri!
E poi sono davvero contenta che vi stia piacendo e adoro adoro adoro ricevere ogni giorno qualche commento su quale episodio vi sia piaciuto e addirittura alcune citazioni di frasi che mi ero persino dimenticata di aver detto. Siete veramente fantastici! 
Dunque, oggi parliamo di routine perché mi chiedete davvero spesso della nostra routine a casa, e quando dico spesso intendo tutte le volte che dico che i miei figli vanno a dormire alle 7 e allora mi chiedete come fai a farli andare a dormire alle 7 e da lì mi chieste qual è la nostra routine e io onestamente esito sempre a rispondere perché noi non abbiamo davvero una routine nel vero senso del termine, ovvero una routine che sia la stessa ogni giorno. E di solito quando dico questa cosa mi sento rispondere dell’importanza della routine, di quanto i bambini ne traggano beneficio, ecc ecc ecc 
Anzi mentre pensavo a che cosa raccontarvi sulla nostra routine in questo episodio, mi è tornato in mente un commento di una lettrice sul blog, era un commento a un articolo in cui parlavo dei giorni no di Oliver (ve lo lascio nella descrizione del podcast) e in questo commento mi scrive che secondo lei la causa dei giorni no di Oliver è il non avere una routine e il fatto che stiamo viaggiando per il mondo mentre i bambini hanno invece bisogno di stabilità e routine. E ricordo che diceva proprio le parole, secondo me il tuo bimbo ha dei giorni no perché non gli stai dando qualcosa di cui ha bisogno. 
Ora prima di tutto questo mi dispiace, perché ancora una volta è prova di una verità assoluta ovvero che la nostra società è sempre molto veloce a giudicare e criticare senza conoscere la totalità della storia e della vita di un individuo, guarda e giudica la punta dell’iceberg senza sapere che cosa c’è sott’acqua, ovvero la parte più grossa dell’iceberg. ed è triste constatare che noi genitori siamo proprio la “specie” più criticona, mi sembra che molti genitori continuino a vedere la genitorialità secondo categorie di genitori (le mamme che lavorano, quelle che si dedicano ai bambini, quelle che crescono ad alto contatto, quelle che allattano, quelle che fanno Montessori ecc) e ognuna vuole criticare l’altra, ognuna vuole trovare qualcosa che non va nell’altra. Anzi, a volte leggo su instagram alcune mamme che perfino per difendere una categoria di genitori ne criticano un’altra, che per me è veramente un ossimoro, Difendere attaccando.... non trovate che sia triste? Io lo trovo tiratissimo anche perché noi genitori dovremmo essere la “specie” di esseri umani più solidale perché, indipendentemente dal background, sappiamo quanto sia difficile mettere al mondo dei bambini e avere la responsabilità di aiutarli a costruirsi come persone e trovare la propria strada. E in maniera più intensa o meno intensa, tanti di noi genitori alla fine passano per le stesse lotte, le stesse montagne russe, le stesse preoccupazioni, poi certo chi più chi meno chi lo dice pubblicamente, chi se lo tiene dentro… e quindi credo davvero che l’esperienza di essere genitore sia qualcosa che dovrebbe unirci, che tu sia bianco, nero, cappuccino, gay, lesbica, transessuale… essere genitori dovrebbe unirci invece di separarci, invece di metterci sulla difensiva, invece di farci sentire in diritto di criticare e puntare il dito… e invece spesso mi rendo conto che non è ancora così, comunque, ho fatto la prima digressione (finirà che dovrò rinominare il podcast “le digressioni di Carlotta”) ma a parte tuuuutto questo…  all’inizio, vi  stavo dicendo dei giorni NO di Oliver e che una mamma mi ha detto che secondo lei sono dovuti al suo non avere una routine fissa e rigida. E io lo dico senza esitazione alcuna: Non è così, Oliver non ha i  giorni no perché non abbiamo una routine o perché viaggiamo il mondo. Oliver aveva i suoi giorni no anche quando avevamo una routine perfettamente prevedibile a Marbella, quando i bimbi andavano alla scuola montessori dal lunedì al venerdì e ogni giornata era uguale alla precedente. Oliver ha giorni no come io ho giorni no, come tu puoi avere giorni no, siamo fatti così, è il nostro tipo di personalità: ci sono persone che si svegliano sempre felici e sorridenti ogni giorno dell’anno e affrontano la vita con infinito entusiasmo e ottimismo e sempre con un sorriso (ad esempio, Alex ed Emily nella mia famiglia) e ci sono persone che a volte si svegliano, scendono dal letto e sanno istintivamente che è una giornata no (e come lo sanno loro lo sanno anche tutti coloro che ci convivono. Ecco, io e Oliver facciamo parte di questo secondo gruppo e va bene così. La vita è sicuramente un po’ più complicata per noi, ma in fondo quando una cosa è difficile ci fa solo evolvere più forte. Quindi accogliamo la sfida. 
E poi c’è un’altra cosa da dire: da quando viaggiamo a tempo pieno, le giornate no di Oliver sono migliorate moltissimo, forse perché è cresciuto lui certo e sa gestire sempre meglio le sue emozioni, ma anche perché proprio grazie a questo viaggio lui (come d’altronde anche io) ha sviluppato una… in inglese si dice “resilience”, non so se si dica resilienza in italiano, ma comunque una capacità incredibile di far fronte alle piccole avversità in maniera più produttiva e spesso e volentieri oggigiorno riesce a rigirare una giornata no in una giornata sì e io lo stimo pazzescamente per questo, perché io lo sto ancora imparando a quasi 35 anni, e lui di anni ne 5! Quindi no, non avere una routine non è la causa dei giorni no di Oliver, la causa dei giorni no di Oliver è Oliver m, come la causa dei miei giorni no sono io, la mia testa, il mio coccodrillo.
Quindi, chiudo questa lunghissima parentesi, ma dovevo veramente dirlo perché era una cosa che mi era rimasta dentro da quel commento e non credo di averlo mai esternato.
Ma detto questo torno alla nostra routine, quando dico che non abbiamo una routine non è proprio vero al 100%: per esempio, come racconto spesso se mi segui su Instagram o Facebook i bambini tutte le sere alle 7 sono a letto. Tutte le sere, con rarissime eccezioni. Ed è stato così per tutto quest’anno che abbiamo viaggiato, è stato così quando abbiamo cambiato paese, quando abbiamo cambiato continente, quando abbiamo cambiato fuso orario… alle 7 sono a letto. Che significa che alle 6 mangiamo e che alle 5;30 iniziamo a mettere in ordine. quindi non è vero che non abbiamo una routine, ma la nostra routine è il minimo indispensabile, si concentra su ciò che davvero conta per noi, che è mettere a letto i bambini alle 7, in modo che io e alex abbiamo tempo per noi, per le conversazioni adulte e per sentirci di essere anche individui oltre che genitori. Insomma, mettere i bambini a dormire alle 7 per noi significa coltivare un po’ di quel egoismo costruttivo di cui parlavo da poco su instagram.
Ma per mantenere la nanna alle 7 ovviamente c’è tutta una serie di cose che devono succedere prima, come mettere in ordine, fare cena, mettersi il pigiama, lavarsi i denti, farsi la doccia alcuni giorni… 
Ecco, questa è la nostra routine… è una routine minima, ecco routine minima e indispensabile! Che significa che anche se tutto il resto della giornata non ha una routine predefinita o ogni giornata è diversa dalla precedente pazienza, ma alle 7 si va a letto. 
Quella è la routine minima e indispensabile per la mia famiglia, la routine che ci fa stare più in armonia nel quotidiano, che permette ai bimbi di svegliarsi rilassati e riposati e permette a me ed ad alex di goderci la serata insieme dopo che mettiamo a dormire i bimbi… la routine minima e indispensabile è quella routine a cui non posso e non voglio rinunciare, ovvero quella routine per cui sono disposta a fare un investimento fisico ed emotivo: tutto il resto (ovvero tutte le altre routine, che potrebbe essere fare sempre merenda alle 4 piuttosto che andare a tennis ogni martedì) evidentemente non sono così importanti per me e per la mia famiglia e quindi decido di non fare quell’investimento fisico ed emotivo per quelle routine. E credo che questo concetto di routine minima e indispensabile (che mi sono appena inventata, tra l’altro) sia importante perché spesso vogliamo creare e seguire routine perché ci viene detto che sono importanti per il bambino, ma altrettanto spesso queste routine prestabilite che ci creiamo e seguiamo fanno più male che bene e se creare e mantenere una routine va contro la nostra armonia di famiglia, allora non è un buon investimento. Niente che vada contro l’armonia della famiglia è un buon investimento. 
E davvero credo che spesso i genitori tendano ad avere routine rigide perché la società ci bombarda con l’idea dell’importanza della routine per i bambini e con esempi di routine ideali: ora, io sono d’accordo sul fatto che la routine abbia un’importanza fondamentale per i bambini, perché risponde al loro bisogno di ordine interno, alla loro tendenza all’ordine e quindi è importante avere una routine.
Ma la mia routine non può essere la tua routine. Ogni famiglia ha un ritmo biologico che è diverso da quello di ogni altra famiglia e credo che sia importante riconoscere e seguire questo ritmo biologico (nel mio nuovo corso sul co-schooling tra l’altro parlo proprio di questo ritmo biologico che è più una sensazione, quella sensazione del sapere quando siamo più produttivi, in quale momento del giorno andiamo più d’accordo con i nostri figli, quali sono i campanelli d’allarme per il nostro benessere (per me ad esempio è non fare esercizio per troppi gironi di fila) e tutti questi dettagli vanno a creare il ritmo biologico naturale di ogni famiglia che se decidiamo di scoprire e seguire ci permette di apportare dei piccoli cambiamenti nella nostra vita e con costanza e con coerenza creare una routine a nostra immagine e somiglianza, che proprio perché ci assomiglia di più ed è plasmata su di noi ha una percentuale di successo molto più alta che una routine prestabilita e forzata che ci ostiniamo ad imporre a noi stessi e ai nostri figli. 
E credo che la flessibilità sia fondamentale anche nella creazione di questa routine, per quello parlo di routine minima e indispensabile. Perché credo che non importa fare sempre le stesse cose alla stessa ora tutti i giorni, credo che sia più importante e che basti che alcune cose nella giornata siano sempre le stesse, come per me è mettere a letto i bimbi alle 7. Nel mio corso dico proprio che la routine deve essere come il marco della porta, non come un cancello a grate. E con questo intendo che deve incorniciare la giornata, non definirla minuto per minuto. Ecco, questa è la routine minima e indispensabile, una routine che sia flessibile che lasci spazio a cambi di idea, a cambi di umore, a cambi di programma, a imprevisti, alla vita così come si presenta.
E voilat, credo che questo sia quello che volevo comunicarvi in questo episodio, questo concetto di routine minima e indispensabile che secondo me regala davvero molta più armonia alla famiglia e anche flessibilità mentale sia per noi che per i nostri figli.
Ma prima di chiudere, visto che so che mi chiederete come riesco a mettere a letto i bambini alle 7, faccio un’ultima parentesi prima di salutarvi (oggi davvero l’episodio va di parentesi in parentesi…
Ci sono riuscita: 1. Essendo realista: le 7 era realistico per noi come famiglia, se tu torni a casa dal lavoro alle 6, mettere a letto i bambini alle 7 non è realistico. E quindi bisogna adattarsi a seconda di aspettative realistiche. Lo ripeto, la mia routine non può essere la tua routine, perché ogni famiglia è unica. E 2. Ci sono riuscita a piccoli passi e con molta molta coerenza e costanza: ad esempio, quando è nata Emily Oliver andava a letto verso le 9 / 9;30 perché faceva ancora il pisolino di pomeriggio e io non ero mai riuscita ad anticipare l’ora della nanna perché alle 7 non era stanco. Poi verso i 2 anni e mezzo faceva “la cosiddetta siesta” un giorno sì e due no e allora abbiamo deciso di dare meno importanza al pisolino e anzi ho proprio smesso di fare programmi intorno al suo pisolino e così lo abbiamo tolto molto naturalmente e ovviamente abbiamo per forza anticipato l’ora della nanna di parecchio, all’inizio erano anche le 6 perché Oliver alle 5 era esausto e praticamente per la prima settimana era tutto un pianto fino a che non toccava letto. E a quel punto è venuto spontaneo dare la stessa abitudine a Emily: anche se lei non era stanca, perché lei non era mai stanca, ci mettevamo nel letto alle 7 e ci rimanevamo finché non si addormentava. A volte ci metteva 20 minuti, a volte ci metteva due ore, ma poi piano piano ha cominciato a metterci meno e alla fine si addormentava anche lei alle 7 (per poi svegliarsi un’ora dopo eh, non vi emozionate, se avete sentito l’episodio sulla nanna sapete a cosa mi riferisco, quindi non migliorava nulla, ma almeno quello le ha dato e ci ha dato una routine serale che manteniamo ancora oggi). 
Ormai sono arrivata a capire che tutto ciò che faccio con i miei bimbi è il frutto di un po’ di conoscenza, poca, e molta fortuna, e quasi sempre si tratta semplicemente di seguire il nostro buonsenso seeenza avere paura di fare passi indietro se notiamo che qualcosa che abbiamo deciso non funziona, ma tra progressi e regressi cercando comunque di essere il più coerenti e costanti possibile perché e non mi stancherò mai di dirlo la coerenza e la costanza sono le bacchette magiche della genitorialità.
E con questo ti ho raccontato tutto quello che volevo raccontarti oggi e ti ricordo che mi trovi anche sul mio sito latela.com che anzi ti invito ad andare a vedere perché Alec l’ha ridisegnato da capo a piedi ed è bellissimo, no bellissimo è troppo poco, è davvero sensazionale, e ora ha anche post che solo i membri possono leggere, ha una sezione dei nostri viaggi, ha questo podcast, quindi se non avete un’applicazione preferita potete ascoltarlo sul mio sito e poi sono emozionantissima perché ho un sacco di progetti bellissimi in mente su cui mi concentrerò non appena lancio il mio nuovo corso sul co-schooling, che è un nuovo concetto di homeschooling.
Ti auguro buona giornata, buona serata o buona notte a seconda di dove sei nel mondo e ci sentiamo nel prossimo episodio di Educare con calma. Ciao ciao. 

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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