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Episodio 149 ·

Corpi, benessere, stigma, educazione alimentare | con Maurizia Triggiani

In questo episodio di Educare con Calma parlo con Maurizia Triggiani (oggi non in veste di professionista, ma di mamma) di accettazione dei corpi, stigma del grasso, diagnosi di obesità da leggere con mente critica, educazione alimentare nell'infanzia, di come avviare (o meno) queste conversazioni con i bambini e le bambine… In realtà parliamo di molto di più, ma è impossibile riassumere questo episodio: dovrete ascoltarlo.

Un grazie speciale a Maurizia, questo episodio è nato grazie a lei e mi ha permesso di comunicare messaggi che mi stanno molto a cuore.

:: Trovate Maurizia

benvenuti e benvenute a un altro episodio di educare con calma. Oggi non sono sola, ma c'è qui con me Maurizia Triggiani, che forse molti di voi conoscono come disordina fammeli su Instagram e anzi, questa volta le do subito il benvenuto ancora prima di raccontarvi perché è qui con me. Ciao Mauri, benvenuta su educare con calma. Grazie per questo tempo che ci dedichi oggi. Ciao, Carlotta. Buongiorno. Buongiorno a tutti. Figurati. Grazie a te. Senti, io e te non ci conosciamo, non ci siamo mai conosciute dal vivo, ma a me sembra di conoscerti da una vita. Perché su Instagram tu sei molto attiva nelle tue storie e racconti quello che pensi e vivi con trasparenza, cosa che è una una cosa che ci accomuna secondo me e per gli altri. Però ti va di presentarti proprio brevemente e dirci chi sei quello che fai nella vita? Allora questa è una cosa che mi mette sempre un po' in difficoltà, perché è quel momento in cui preferirei dire che sono un dentista, che sono una libraria. Invece io faccio delle cose che suonano un po' come um vedo gente, faccio cose in realtà lo faccio veramente, quindi direi che sono una scrittrice la la cosa che faccio per la maggior parte del mio tempo è scrivere sono un'imprenditrice digitale, che non significa che mi faccio le foto allo specchio, ma significa che ho una piattaforma su cui um veicolo, corsi di di formazione generalisti e fitness, fitness e benessere. Diciamo che ci occupiamo di benessere a trecentosessanta gradi e racconto senza finalità economiche sui social la vita della mia famiglia e le mie riflessioni. Quindi diciamo che in qualche modo sono un po' un'opinionista presso me stessa. Mi piace raccontare la mia visione della vita perché trovo che spesso il mio punto di vista non sia rappresentato. Quindi anni fa ho deciso di rappresentarlo io per tutte le persone che ci si potessero rispecchiare, okay e che quindi in quel momento non si sentissero rappresentate quanto me sui social per come li viviamo, per cui per come li viviamo oggi, quindi faccio queste cose e già da un po' di anni ormai e e niente quindi mi alterno tra queste attività e lo fai benissimo tra l'altro a me piace molto. Apprezzo molto il tuo modo di fare questo che fai fare cose vede dire cose dire Insomma, mi piace come lo fai, la provo nei tuoi confronti e credo che anche il tuo lavoro non sia semplice da raccontare. Quando incontri qualcuno piacere io ecco quel momento di imbarazzo. E infatti lo dico sempre tutte le volte dico la stessa cosa. Questa è la parte meno preferita di qualsiasi conversazione. Che cosa fai? Vabbè e tra l'altro nel nelle note dell'episodio lascerò anche i riferimenti a questa piattaforma a cui facevi riferimento, che ai discorsi online, se non erro, e anche alla parte di fit che fa parte appunto della più della parte benessere fitness. Saresti più brava tu a spiegarlo. Però poi lascio tutte le note nelle nelle i link nelle note dell'episodio Ascolta, mi piacerebbe prendermi un momento per spiegare come mai sei qui. Come mai tu e tutto questo è nato da un mio video su Instagram in cui dicevo che spesso sento genitori parlare con altri adulti di diete davanti ai figli, dire frasi come devo perdere un chilo ho perso mezzo chilo, ma hai visto come è dimagrita o ingrassata Maria? Oppure anche solo frasi semplicissime, innocue, all'apparenza come ma stai benissimo, sei dimagrita e senza pretendere di sapere che tipo di percorso abbiano fatto loro e che fatica abbiano dovuto vivere con il cibo. Mi sono sentita di dire, in quel che purtroppo ci va pochissimo a passare quelle fatiche ai nostri bambini e che la mentalità della dieta e del non accettare il nostro corpo mhm. Così com'è inizia proprio da queste frasi che non sono rivolte ai bambini ma che spesso loro sentono e assorbono e fanno e fanno proprie. Quindi io succe- suggerivo di cambiare. Poi questa è sempre una mia. Quello che suggerisco più spesso è proprio quello di cambiare il linguaggio perché il linguaggio modella mentalità. Quindi suggerivo di cambiare frasi come per esempio devo andare a correre perché devo dimagrire, snellire, fortificare con frasi come faccio esercizio perché voglio prendermi cura del mio corpo, togliendo quindi il focus dall'apparenza e mettendolo più sull'essenza. Poi cosa è successo? Raccontavo nelle storie che questo è stato per me un percorso veramente difficile quello di accettazione del mio corpo, della relazione col cibo. C'è anche un episodio sul podcast in cui parlo della mia dipendenza dallo zucchero e della mia relazione, un po' malsana con il cibo e con i miei figli. Ho preferito concentrarmi sul creare abitudini e mentalità più costruttive. Per esempio capire insieme quali cibi fanno meno bene al nostro corpo e alla nostra mente per mangiarli con consapevolezza nel caso per esempio, dello zucchero, ma anche di um junk food, cibi fritti, pizza, pane e pasta che sono cibi che dai miei studi personalissimi non sono un'esperta, non sono una nutrizionista, ma amo informarmi nei miei studi personalissimi su sull'alimentazione ritengo che non dovrebbero essere sul menù ogni giorno. Ecco, per esempio, con questi cibi, con i nostri bambini cerchiamo anche di capire quando esageriamo, come rimediare, Anche perché il nostro stile di vita, sempre in posti nuovi, ci porta spesso a mangiare fuori per provare cibi locali e quindi per noi è importante che i bambini capiscano e accolgano conversazioni come um nei giorni passati abbiamo mangiato veramente molti dolci. Che ne dite se facciamo un piccolo dito x dai carboidrati raffinati e scegliamo cibi che nutriamo meglio il nostro corpo? Um questo perché vogliamo provare a dare loro gli strumenti per quando poi dovranno prendersi cura di questo corpo da soli? E a quelle storie Mauri mi aveva risposto raccontandomi che questo è un tema anche a lei molto caro. Vuoi raccontarci tu cosa mi hai scritto quel giorno? Qual è stato? Insomma, cosa ti ha mosso a rispondere a quella storia? Allora? Intanto io, um bisogna spiegare che non sono una persona che di solito risponde alle cose con così tanta enfasi, perché sono abbastanza schiva. Quindi tra l'altro passo tantissimo tempo a rispondere a mia volta a a messaggi, quindi di solito non mi imbarco in lunghe conversazioni. Invece mi ricordo che quella volta ti ho mandato un papiro lunghissimo, um in cui ti raccontavo che io ho avuto un'esperienza un po' travagliata con questo argomento, nel senso che io da fino a qualche anno fa ero proprio quella che parlava molto spesso di peso di devo perdere il chilo di mi sono pesata, è successo questo. Poi ho avuto un brusco cambio di rotta da questo punto di vista, ma partendo dal principio io sono cresciuto in una famiglia in cui questo era un linguaggio abituale. E facevo anche una riflessione in questi giorni sul fatto che c'è anche molto da dire rispetto al cambiamento che c'è stato nella nostra società riguardo a questo argomento. Perché se quando io ero piccola il fatto che i miei fossero attenti al peso e all'alimentazione era una cosa buona, era una cosa, un po' rivoluzionaria. Io sono convinta che questo loro modo di approcciarsi al controllo del proprio corpo mi abbia dato in realtà degli strumenti pazzeschi. Infatti io nella mia vita ho fatto un percorso molto buono e gestione del mio corpo. Ho perso tanto peso, ma soprattutto l'ho fatto in un'ottica anche di miglioramento della salute. Ho iniziato a muovermi, a mangiare bene. Sono molto fiera del mio percorso e lo devo a questa, diciamo un po' mania che c'è stata nella mia famiglia di controllo anche del proprio aspetto, ma non solo del proprio aspetto, anche della propria salute. Oggi però sono tempi molto diversi. Sono tempi in cui questo controllo è diventato un po' um mediatico istituzionalizzato, per cui noi viviamo veramente bombardati da immagini che riguardano il peso delle altre persone da immagini che riguardano il cibo, le diete e le non diete da immagini opposte di continua um stimolazione del nostro istinto a diventare sempre più belli, sempre più sani, sempre più um bombaci in qualche modo quindi pompati nei punti giusti e dall'altra parte invece di iper accettazione di qualsiasi difetto, problema, malattia, eh o o quella che una volta sarebbe chiamata stortura e che oggi non è più accettabile chiamare stortura. Quindi mi sono resa conto che, come credo sempre sia giusto ad adeguare i nostri comportamenti anche ai tempi che cambiano, perché se cambia il mondo intorno non possiamo pensare che quello che è stato fatto e che ha funzionato con noi possa necessari seriamente funzionare con un'altra creatura. Quindi nel crescere i figli non si può mai andare per partito preso, bisogna sempre adattarsi. Un po' all'ambiente, appunto, che è un ambiente che porta anche lui una continua riflessione sul peso, cosa che quando ero piccola io non esisteva. Quindi già avere una famiglia in cui ci si preoccupava dei grassi, che si ingeriva di non mangiare patate e pasta nello stesso pasto, cioè di di di stare attenti a quello che si ingeriva, era una cosa fichissima. Adesso invece c'è un ipercontrollo da parte di tutti sulla propria alimentazione. Um dall'altro lato anche adattarsi a quello che sono le caratteristiche, quelle che sono le caratteristiche peculiari dei nostri figli, nel senso che a me è capitato di avere una bambina con una corporatura molto diversa dalla mia e di ritrovarmi con un suo diciamo precoce tema riguardo al peso e di doverlo gestire, non come è stato gestito con me che, um Maurizia mangia schifezze. Quindi se Maurizia non mangia schifezze, maurizia dimagrisce e siamo tutti felici, ma di dover gestire una bambina che da un lato aveva un appetito notevole e ed era molto selettiva. Io volevo che mangiasse di tutto e che imparasse a mangiare anche cose che le facevano meno male, anche dal punto di vista del peso che stava uscendo fuori controllo. Um e dall'altro però anche capire che lei non avrà mai la mia corporatura perché ha una corporatura completamente diversa dalla mia e che io voglio che lei ami. Quindi questo ha portato me da un lato a volerla aiutare a educarsi rispetto al cibo, ma dall'altro anche a smettere istantaneamente di parlare del mio aspetto come ne ho sempre parlato. Perché una bambina che sarà novantanove su cento, più alta, più grande, più massiccia di me e che mi vedrà come un topolino, non deve sentirmi parlare continuamente del fatto che ho preso due atti perché per lei questa cosa sarà storta, sarà sbagliata, avrà qualcosa che non va, avrà qualcosa che non riesce a rapportare a se stessa. E quindi io devo, um da madre nella mia testa aiutarla ad essere più sana possibile e più in forma possibile, dove per informa intendo il il meglio che il suo corpo può dare in termini di movimento, in termini anche di estetica. Perché comunque come ci vediamo allo specchio possiamo fare gli ipocriti finché vogliamo, ma è importante per noi prima di qualunque altro giudizio. Quindi io voglio insegnarle a gestire al meglio il suo corpo, la sua alimentazione, stare meglio che può in tutti i modi, ma dall'altro voglio insegnarle anche che la bellezza può essere in tanti modi. Non è soltanto quella che vediamo sui profili Instagram, non è soltanto quella che ho sempre inseguito io e questo vuol dire una rivoluzione. Non soltanto um fuori, ma anche dentro di me. È una rivoluzione immensa, è una grandissima fatica perché bisogna cambiare il nostro modo di approcciarci alle cose che fino a ieri, diciamocelo, poteva anche andare bene finché eravamo da soli poteva anche andare bene. Io avevo il mio equilibrio, oggi quell'equilibrio non non sussiste più. Mi piace tutto quello che hai detto, però mi piacciono tantissimo due Cos tre- quattro cose, forse ho puntato di tutto. Mario ho appuntato di tutto c'ho la mia penna. Allora prima di tutto mi ha fatto sorridere perché mi ritrovo molto nel modo in cui ti sei descritta. Io ero proprio la persona che provava tutti gli stili alimentari possibili e immaginabili. Mi piaceva sempre molto sperimentare con il mio corpo l'obiettivo però per me nella mia testa era quello di apparire al meglio. Uno perché sono stata cresciuta con le classiche frasi di cui parlavamo prima, ho preso due chili, devo perdere un etto eccetera eccetera. Quindi molto incentrate sull'apparenza che io ho poi deciso di rimuovere con i miei figli e due perché ho scelto uno sport come il ballo che ha rafforzato un po', la dipendenza dall'apparenza perché si passano tante ore davanti allo specchio c'è molto focus sull'aspetto fisico. Poi aggiungiamo il fatto che i miei genitori mi hanno dato un'educazione alimentare in cui spesso bastava che finissi il piatto e poi non si preoccupavano se mangiavo tutta la scatola di galletto imbevuti nel nel sk e non se ne preoccupavano perché avevo comunque un bell'aspetto fisico secondo gli standard della società e quindi finché era così per loro non c'era nulla di cui preoccuparsi, non avevano ancora accesso all'informazione sulla mentalità del quello che si vede da fuori non è l'unica, cosa che conta. Bisogna anche guardare come si sta dentro. Però tu mi hai fatto ragionare su una cosa importante, vero che effettivamente, forse proprio per via di questa mentalità dell'apparenza i miei genitori mi hanno sempre spinta a fare molti sport perché era uno degli strumenti per mantenere quel fisico conforme alle aspettative sociali e quindi io ho una predisposizione veramente fortissima a fare esercizio. Um, forse per i motivi sbagliati io oggi dico ai miei figli che muovo il mio corpo per il mio proprio benessere fisico e mentale, non per dimagrire. Però appunto grazie a questa mentalità io ho fatto appunto tantissimi sport, dal nuoto alla pallavolo, al ballo, allo yoga e non sono mai stata senza. Quindi oggi quando non muovo il mio corpo mi manca e credo che questa sia un'abitudine molto bella, molto importante per la quale devo ringraziare i miei genitori d'altro canto la mentalità dell'apparenza mi ha fatto fare fatica perché anche io che ho un corpo socialmente accettato ho dovuto lavorare sodo per anni per accettare che andava bene così questo corpo che non dovevo sempre migliorarlo. E credo di aver iniziato a fare il lavoro più grande in merito, proprio dopo le gravidanze in cui davvero mi sono scontrata con un corpo che io non riconoscevo più allo specchio. E allora ho potuto fare questo lavoro anche grazie a persone che parlano di accettazione amore per il proprio, col corpo e di accoglienza di tutti i corpi, di tutte le loro forme. Messaggi che per fortuna sono sempre di più. Però c'è un però, e questo è un tema delicato che cercherò di trattare con la massima gentilezza e di cui mi piacerebbe sentire la tua opinione. Devo anche ammettere che temo non poco le ripercussioni che questa mentalità possa avere sulle persone giovani. Per esempio non so se tu te lo ricordi o se l'hai mai visto, ma io ricordo una serie di copertine di una famosa rivista americana in cui c'erano corpi grandi che probabilmente definiremmo obesi o in sovrappeso e sopra c'era il titolo. Questo è sano. Io capisco a livello intellettuale il messaggio e lo apprezzo in un certo senso, perché piano piano dobbiamo togliere lo stigma del grasso, creare rappresentanza per questi corpi ma non sono d'accordo con il dare per sé scontato che quel corpo sia sano. Proprio come um non sono d'accordo con il dare per scontato che una persona snella con un corpo fibroso con gli addominali in vista sia sana perché io ero così, ma poi avevo una dipendenza dallo zucchero e nascondevo i pacchetti di biscotti da mio marito, per dire. E a tale proposito una ragazza che ho conosciuto in palestra mesi fa mi disse qualcosa che mi rimase in mente. Mi disse Io sono molto grassa e i messaggi che mostrano corpi come il mio, definendoli sani mi danno proprio fastidio, perché io sono qui in palestra. Ho preso un personal trainer che è un privilegio. Certo, um perché non è sano che a ventiquattro anni io non riesca a fare dieci gradini senza dovervi senza dovermi fermare con il fiatone? E poi mi disse proprio che l'obesità secondo lei è una malattia e non trattarla come tale è pericoloso. E io da allora penso molto alle sue parole. E nonostante stia ancora formulando forse un pensiero, credo di essere d'accordo. Spero di averlo espresso nel modo più delicato e rispettoso possibile. Tu che ne pensi? guarda, io penso che questa sensazione ambivalente rispetto al clima che si respira riguardo all'argomento sia una sensazione che abbiamo in tantissimi. Penso che sia un sentire molto comune quello di pensare. Okay, era necessario fare un passo oltre determinate cose che ci siamo sempre fatti andare bene, ma che in realtà bene non andavano. Tipo dare del ciccione a un ragazzino sovrappeso, eh? Tipo guardare la televisione e fare commenti sul corpo di tutte le persone note che che vediamo um è veramente secondo me bello che la società cambi in questo senso e che insegniamo ai nostri figli a non tanto non giudicare. Perché io credo che questa sia un po' un'utopia, ma imparare a capire che cosa si dice, che cosa non si dice? Che cosa ti devi tenere per te? Che cosa è un tuo problema? È un il il giudizio è un tuo problema e non devi riversarlo sulle persone che hai davanti perché non ne sai niente. Perché se tu stai giudicando, comunque stai facendo qualcosa di sbagliato. Tu non sta facendo qualcosa di sbagliato. La persona che hai davanti, questa cosa secondo me è fondamentale. Quello che mi piace tantissimo è che si inizia a rappresentare la bellezza in modi diversi. E questo per quello che ti dicevo che quando ti capita un figlio che ha una corporatura molto diversa dalla tua, ti rendi conto che se certi modelli per te erano ambiziosi, ma comunque tutto sommato um possibili, ci sono persone che in un certo tipo di corpo non saranno mai neanche al massimo della loro salute, al massimo della loro performance. Okay, quindi anche se fossero sportivi, anche se facessero agonismo, non sarebbero mai in quel corpo il fatto di rappresentare tante tipologie di corpi e dire questo è bello. Questo è bello. Questo è bello, è meraviglioso, importante. Mi piace tantissimo. Okay, mi piace tantissimo che oggi come oggi ci siano cantanti, attori e attrici che hanno forme diverse. Togliere un po', lo stereotipo del tutti uguali. Questa cosa è meravigliosa, è meravigliosa e lo dico da mamma di una bambina che probabilmente avrà una fisicità importante che io voglio che pensi. Io sono bella, tu sei bella, siamo diverse per quanto riguarda il fatto del sano o non sano. Intanto c'è da dire una cosa sullo stigma lo stigma io l'ho capito oggi, premesso che io ho un papà o avevo un papà che ha sofferto molto lo stigma perché mio padre ha avuto un'adolescenza in collegio da ragazzo obeso ed è stato bullizzato per tantissimi anni. Quindi io sono cresciuta col suo racconto e col suo rapporto col peso, che era un rapporto come il mio, di grande controllo. Ed è sempre stato chiaro anche il concetto di stigma e quanto quello stigma sia sbagliato. Okay, c'è anche lo stigma, quello più subdolo, quello a livello medico. Perché io ho una bambina che mangia molto bene, mhm, che mangia le cose giuste, che le mangia in quantità giuste, che ha imparato, che si deve trattenere perché il suo desiderio sarebbe di mangiare di più e peggio di come mangia e l'ha dovuto imparare presto, perché ha quello che si chiama un cattivo metabolismo. Quindi lei assimila il cibo più degli altri e siamo tutti diversi e abbiamo funzionamenti diversi. Questo è bisogna prenderne atto. Non è che perché l'altro può fare quello che vuole, anche tu puoi fare quello che vuoi e questa è la vita che non è giusta. Così come uno nasce che ha un problema e l'altro nasce che non ce l'ha e allo stesso modo il rapporto con il cibo non può essere uguale per tutti e va personalizzato. Però io credo che sia molto sbagliato che sui certificati medici di mia figlia ci sia scritto B M i il numero obeso Mhm, perché se come tu mi dici l'obesità è una malattia, premesso che mia figlia è in cura da un nutrizionista e non è obesa per come si intende e il peso dei bambini non è classificabile, secondo quella statistica, il fatto di mettere un'etichetta appiccicata a un bambino di cinque anni senza sapere come mangia senza sapere cosa fa senza sapere qual è la sua percentuale di grasso, perché in realtà mia figlia ha un peso grandissimo per la sua struttura fisica, in realtà non è affatto obesa. Mhm Esatto, e questa cosa è agghiacciante perché mia figlia l'anno prossimo impara a leggere e io sono terrorizzata che legga quello che le hanno appiccicato addosso basandosi su un numerino. Mi dà fastidio che la porto in ospedale perché ha picchiato un ginocchio e mi facciano la ramanzina sul suo peso. Quindi lo stigma è qualcosa che io non conoscevo, nonostante avesse avuto il racconto di mio padre bullizzato per il suo peso, però era un qualcosa di passato e relativo comunque ai suoi eccessi. Quindi io stessa lui stesso si stigmatizzava, okay, perché quelli che l'avevano bullizzato erano cattivi. Ma lui era stato obeso perché mangiava tantissimo. Ed era vero. Mhm, non tutti quelli che sono obesi sono obesi perché hanno uno stile di vita fuori controllo. Mhm, questo però non vuol dire che gli stili di vita fuori controllo siano accettabili. Mhm, non socialmente, perché a me del tuo stile di vita fuori controllo non deve importarmene nulla. Ma il fatto di creare un'educazione collettiva al cosa fa bene cosa fa male? E come dovremmo comportarci per stare meglio anche nella società è importante, quindi non questo è il numerino. Tu sei obeso, ti appiccico un'etichetta sicuramente sei pigro, sbagliato, mangione e tutti ti additano come tale. Ma io stesso imparo a capire quali sono i intanto le mie particolarità e a gestirle di conseguenza. Quindi sono una persona che tende ad avere dipendenze. Sono una persona che tende ad avere un rapporto ossessivo con le cose. Non riguarderà solo il cibo, riguarderà l'alcol. Il fumo riguarderà tutto. Questa cosa mi fa bene. No, sicuramente non mi fa bene. E imparerò a avere degli strumenti per imparare a gestire questa cosa. Io sono una persona che ha una tendenza all'ossessione e alle dipendenze. Mhm per me sme- fumare è stata la battaglia della vita. Conosco persone che riescono a fumare due sigarette alla settimana e a vivere bene il loro rapporto con il fumo. Io non ci sono mai riuscita, io non posso fumare, sono una persona che ha avuto un rapporto ossessivo con il cibo. Non posso avere quel rapporto perché mi fa star male perché io se supero i sessanta chili ho mal di schiena perché ho un problema alla schiena, alla scogliosi una vertebra schiacciata e per me essere magra fa parte della mia salute, perché io sennò zoppico. Mi fa male tutto, quindi conoscersi e avere gli strumenti per gestirsi per me è fondamentale, vero? Quante cose importanti hai detto non entro nel discorso delle etichette perché staremmo qui tre giorni. Chi mi ascolta lo sa. Con me sfondi una porta aperta quando mi dici di non usare etichette e se non l'avete ancora ascoltato, vi rimando all'episodio trentaquattro del podcast. Ma vorrei parlare proprio del linguaggio e di come usiamo per esempio la parola grasso io personalmente sto ancora cercando di formare una mia teoria. Da una parte non credo che sia una parola che vada stigmatizzata, um perché questo porta spesso ad altri problemi, altri tabù. E penso che abbia un posto nel linguaggio, specialmente se accompagnata per esempio da buone abitudini, come non commentare il corpo altrui, ma d'altro canto io sono stata cresciuta con la mentalità che questa parola non sia gentile, um e che non vada detta. E quindi a volte faccio ancora fatica a conciliare questi due aspetti nella conversazione con i miei figli. Tu ne parli come ne parli dalla tua esperienza di mamma di una bambina che sul referto medico ha scritto obesa. Per esempio, come gestirai la lettura di quella parola con tua figlia? Allora io non so come come gestirò la lettura di quella di quella parola nella mia testa c'è che mi piacerebbe che non ci fosse più scritta, anche se mi rendo conto che siccome noi veramente stiamo facendo noi, intendo io e lei del nostro meglio per mangiare nel modo migliore possibile. Abbiamo anche valutato se ci fossero dei problemi per cui questo peso era così grande. Però io vedo che lei cresce bene sana con un bel rapporto con il cibo sempre migliore. E quindi ho deciso che io personalmente quello che devo fare è questo e poi quello che ne verrà fuori è la natura, okay? E quindi io le do gli strumenti che le posso dare, quello che io ti posso dire che non credo che si possa forzare il rapporto che i nostri figli hanno con le parole, con le emozioni, con niente. Quindi penso che quello che noi possiamo fare alla fine sia eh di spiegare la nostra visione delle cose, non di correggere la loro in casa mia c'è il eh, lo stigma c'è. Però se tu intanto la prima cosa che bisogna fare è educare alla gentilezza. Ovvero okay, tu pensi questa cosa, fai in modo che non ti esca questa cosa, perché se tu sei offensivo con le altre persone, lì diventi una persona brutta. E poi proviamo anche ad abituarci così per per buona educazione nostra familiare, a non farla quella battutaccia a non dirla, quella cosa ad andare oltre. E questa cosa funziona più della ipersensibilità, per cui ti scandalizzi immediatamente che una cosa sia stata detta e la trasformi nella cosa più divertente possibile da dire e da pensare eh? Io non sono per il ti forzo a fare un'altra cosa sono per io sono me stessa cercando di di non lasciarmi andare al lato peggiore di me, quindi io stessa per prima se vedo qualcuno e mi viene da fare una battuta orrenda perché ci viene? Perché siamo cresciuti tra le battute orrende non la faccio più e se a un altro viene da farla gli dico ci sembra il caso di fare questa battuta orrenda? No, perché questa persona potrebbe essere un nostro parente. Ci farebbe piacere se avessero fatto questa battuta orrenda. No, io questo faccio e per quanto riguarda mia figlia, le poche volte che mi ha detto mamma ma io sono grassa, io le ho detto amore, tu sei grande e bellissima e fortissima che è la verità perché lei è grande. Io per ora da lei ho tenuto molto lontano tutto quello che riguarda il peso, nel senso che lei si pesa come la misura in altezza, spesso per divertimento e anzi quando le dico che ha preso peso esulta cioè qui non c'è proprio nes- non abbiamo mai messo in relazione l'ingrassamento col motivo per cui facciamo una ce un certo tipo di regime alimentare. Mai lei non ha mai messo questo mio grande gol perché per come sono fatta io, che fino a pochi anni fa se prendevo due etti, mi guardavo allo specchio e mi davo della cicciona. Ho fatto un grande lavoro, mai messo in relazione il fatto che lei prendesse peso. Io al limite lo metto in relazione col gonfiore del suo pancino e le dico questa cosa non ti fa bene. Anche noi lavoriamo di detox, quindi pranzo di Pasqua abbiamo mangiato troppo. Hai mangiato anche dei carboidrati che sappiamo non essere proprio il tuo cibo Top Ieri sera abbiamo mangiato mele e noccioline, quindi eh, perché ci fa piacere così, ma perché anche noi ci sentivamo appesantiti anche Dario quando si sente appesantito mi dice Mamma, stasera mangio solo frutta, è proprio un imparare ad ascoltare se stessi al di fuori delle logiche del devo per forza mangiare perché è ora di mangiare. Allora adesso mangio Esatto, è la stessa cosa provare anche proprio a cercare di ascoltare il proprio corpo, anche quando si tratta di lasciare cibo nel piatto. Noi questa, per esempio, è una pratica sulla quale abbiamo lavorato con i nostri figli perché io sono stata cresciuta con il finché non hai finito il piatto, non ti alzi E e io personalmente non ho mai voluto perpetuare questa cosa con i miei figli perché preferisco che loro si rendano conto. Okay, ho preso troppo cibo, mi sono messa nel piatto Troppo cibo, non riesco a finirlo, ma ascolto il mio stomaco. Quella è la cosa principale che io voglio trasmettere. Ascolta il tuo stomaco. Poi la prossima volta impari a prendere meno cibo. La prossima volta prende meno cibo. No, però è un percorso. Io quello che cerco di fare è non lavorare sul cioè, per me il discorso è Vuoi lasciare? Finisci la verdura, il resto lo puoi lasciare sulle quantità. Ti ascolti? Credo che sia veramente bello educare all'alimentazione. Non lo so cosa fanno le scuole in Italia? Onestamente, non non ne ho proprio la più pallida idea. Però credo che sia un po' come l'educazione sessuale. Anche se non lo fa la scuola. Dobbiamo farlo noi a casa. È fondamentale. Cioè, mio figlio deve sapere che cosa? La proteina che cos'è. Cioè ci sono dei cibi che sono più nutrienti di altri, quindi ecco, voglio che i miei figli sappiano quali sono quei cibi e li scelgano. E magari se vogliono mangiare anche il dolce, che sappiano che prima nutriamo il nostro corpo con dei cibi che con dei cibi che sono nutrienti. E poi ci sta perfettamente che se usciamo ci prendiamo anche il gelato, se ne abbiamo voglia. Una cosa però, che io sto cercando di co-, trasmettere per esempio ai miei figli è anche proprio questo. Hai davvero voglia o lo mangi solo perché lo perché ti piace la sensazione che lo zucchero ha sul tuo cervello, per esempio perché questo è un mio grandissimo problema e quindi ovviamente ne parlo di più con i miei bambini. Guarda, io una cosa che faccio è ad esempio crearle la distinzione tra i cibi che possiamo mangiare tutti i giorni perché fanno così bene da poterli mangiare tutti i giorni e quelli che fanno meno bene e che quindi non si possono mangiare tutti i giorni, che non vuol dire che non si possano mangiare mai. Vuoi assaggiare la Nutella? Certo, è buona, la assaggiamo la Nutella, Okay, però in casa io compro la crema di nocciole al cento per cento senza dentro niente e vedrai che se ti abitui diventa più buona della Nutella. La Nutella non la puoi mangiare nemmeno più. Continuo a sorridere perché abbiamo dei modi veramente simili di parlare con i nostri figli. Um, per esempio anche noi parliamo con loro di come ci sia cioccolato e cioccolato. Impariamo a leggere gli ingredienti sulla confezione quando per esempio, il primo ingrediente è lo zucchero. Già sappiamo che è un tipo di cioccolato che noi non scegliamo ed è verissimo quello che dici. Sull' abitudine I miei figli adorano il cioccolato fondente. Ottantacinque per cento in su, proprio perché in casa nostra è l'unico snack dolce che compriamo e quindi anche quando andiamo poi fuori e c'è da scegliere. Per esempio tra un gusto di gelato al cioccolato al latte o cioccolato fondente, scelgono il fondente perché per loro quello è cioccolato. E poi, mentre parlavi pensavo che una delle lezioni più belle che io abbia imparato dal provare tanti stili alimentari sia proprio cucinare da ingredienti freschi. Ed è un messaggio che cerco di trasmettere anche ai miei figli, ovvero scegliere per esempio, di cucinarsi qualcosa a casa partendo da ingredienti non confezionati oppure scegliere ristoranti che cucinino, pasti semplici in cui puoi vedere gli ingredienti che lo compongono. Ovviamente è importante avere un equilibrio e capirlo. Però spesso questo messaggio di cucinare da ingredienti freschi per noi in casa nostra, um noto che davvero si sta rivelando una buona bussola. E vedo che aiuta anche Oliver ed Emily a capire quali cibi sono più nutrienti o meno nutrienti, perché poi è difficile cucinare e mangiare poco sano quando parti da ingredienti freschi, non trovi? Ah sì? Perché in teoria, anche se non li cucini, gli ingredienti freschi hanno un loro comunque valore. Io ho notato che, ad esempio, per farle mangiare le verdure che lei proprio all'inizio, non ne mangiava nessuna per farle selezionare uno spettro di cibi di vitamine che le facessero piacere. Um c'è stato tanto anche il fatto di mettere a posto insieme la spesa, di vedere insieme riconoscere la frutta, la verdura e guardarmi, prepararla e prepararla anche in diversi modi, quindi la spesa in diverse modalità. Lei, ad esempio, ha capito che a lei le le le carote piacciono crude. La maggior parte delle verdure a lei piacciono crude, mentre siccome suo padre le preferisce cotte, noi spesso le verdure, le mangiamo cotte prima di mettermi con lui. Io mangiavo soprattutto verdura cruda, però imparare quello che è il tuo modo di apprezzare determinate cose. Io a lei, quando cucino lascio le verdure crude, le nostre le cuocio le sue, le lascio crude le zucchine, il tutti i radicchi, quindi anche quelle insalate super amare che noi invece mangiamo cotte. Lei le mangia crude, le ci mette sopra un pochino di aceto e se lo mangia e se lo mangia così la carota, il cetriolo pazza per gli caldo, cioè la sperimentazione. Provare sempre cose diverse ha portato una bambina che mangiava soltanto pasta, pane, pizza, prosciutto a mangiare veramente una rosa di verdure. Notevole, anche se poi io lascio ai miei figli la possibilità di dire no, quella roba lì proprio non la mangio, non mi piace, non la voglio. Cioè non ti piace la zucca? Non ti darò la zucca, okay, mi basta che te ne piacciano cinque di verdure ci se ti piacciono cinque verdure, cinque frutti più almeno riesci a mangiare la tua dose di frutta e verdura quotidiana. Poi ogni tanto te lo faccio riassaggiare perché nella vita si cambia e ti dico guarda che anche a me la tua età non piaceva. Ogni tanto assaggialo, perché magari questa cosa tra due anni diventerà la tua cosa preferita del mondo. Quindi non chiudere la mente per sempre. Facciamo la stessa cosa. Ti può allenare il palato. Anche il palato ha bisogno di essere allenato. Le papille gustative hanno bisogno di essere allenate e quindi se non ti piace oggi provalo di nuovo tra un paio di settimane. Un paio di mesi e magari ti piacerà. Io tra l'altro mi sono dimenticata che stiamo registrando un episodio del podcast. Dovremmo anche chiudere a sto punto ma um come potete sentire come avete potuto capire, noi non siamo esperte, non siamo nutrizionisti. Siamo due mamme, due donne, donne e mamme. Perché ovviamente parliamo anche dei nostri bambini e del rapporto, del loro rapporto con il cibo, non solo del nostro, che hanno deciso di sedersi a tavolino e parlare di qualcosa che sentiamo importante e abbiamo cercato di parlarne in maniera molto spontanea. Non avevamo neanche una scaletta, però sentiamo che questa conversazione sia davvero importante. Ti faccio solo un'ultima domanda che in realtà non mi ricordo. Però può darsi che te l'abbia già fatta, ma magari poi è scappata. Um perché tu a un certo punto m'hai detto che tua figlia a volte ti chiede ma io sono grassa e tu le dici sono grande, no, tu sei grande. È bellissima. Hai detto no, mi sembra che tu le abbia risposto così. E quindi secondo te questa parola grasso quando per esempio vogliamo descrivere una persona che effettivamente è grassa? Come la descriviamo? Come la descriveresti tu a tua figlia? Allora non mi è mai capitato perché mia figlia è, um al momento non ha mai fatto un'osservazione sul l'estetica intesa come dimensione di altre persone. Se dovesse essere io, la prima cosa che le dirò è che quell'osservazione non è gentile perché non sono fatti suoi. Prima cosa, seconda cosa non creerò io per prima la paura della parola. Quindi Grasso è una parola che indica la un cumulo di di di grassi, ne ne nelle nostre cellule che indica un certo tipo di tessuto che contiene grasso um oltre al muscolo, quindi è una cosa che fa parte del nostro corpo. Le spiegherò che tutti abbiamo del grasso, che ognuno lo posiziona in modo diverso, che ognuno ha una tendenza diversa ad accumularne e che sì, ci sono persone che ne accumulano in eccesso rispetto a quello che gli serve. Um questo sarà quello che le spiegherò poi riguardo al ai suoi, al suo sentire sulla parola grasso. Ci lavoreremo a a braccio quando capiterà e in base a come vedrò che si pone in base al tipo di problema che si porrà. Anche perché io ho imparato che i miei figli mi stupiscono sempre e sono sempre diversi da quello che io mi aspetto. Avranno sempre quesiti e problemi diversi da quelli che io mi aspetto. Quindi mi sono abituata proprio ad andare a braccio a sapere che cosa penso io di una cosa e capire che gliela devo trasmettere con buonsenso e gentilezza. Appunto. Questa è l'unica traccia che ho. Hai detto davvero tante, tante cose bellissime, una su tutte che i figli ci stupiscono sempre e nella mia esperienza possono farlo davvero. Forse solo se noi genitori sviluppiamo l'abitudine di metterci in ascolto in osservazione, che richiede anche tante altre capacità importanti su cui possiamo lavorare, come quella che hai menzionato tu tra le righe di non voler imporre il nostro punto di vista, mantenere una mente critica e flessibile su ciò che sentono i nostri figli, che può essere diverso da quello che sentiamo noi. E poi mi è piaciuto molto il messaggio che non sono affari tuoi se una persona è grassa anche a me piace parlare con i bambini a di non commentare i corpi altrui perché non è gentile, cercando ovviamente anche di non zittirli quando e se lo fanno, perché non vogliamo che quella conversazione diventi un tabù, un po', come dicevo prima no, non vogliamo che diventi un po' come quella tendenza per esempio, a zittire un bambino che fa una domanda su una persona disabile. Credo che sia bello nutrire una curiosità gentile, come dice l'autrice disabile di un bellissimo libro che sto leggendo con i bambini, che è brake the mod um lei è Shed Berk, ma purtroppo non è tradotto in italiano. Lo stiamo leggendo in inglese e poi ovviamente se qualcuno di voi che ci sta ascoltando da casa ha dei consigli o delle riflessioni su come affrontare queste tematiche um con i bambini, per piacere lasciateli nei commenti all'episodio su www punto la tela punto com barra podcast mauri Tu hai voglia di aggiungere qualcosa? No, vabbè, io volevo dire una cosa perché non ci penso mai. Però in realtà è qualcosa che faccio tutti i giorni, anche per lavoro. Nel senso che, come dicevamo prima, io ho un'app in cui si parla di di fitness e io dico benessere e non è casuale. Noi abbiamo una guida sull'alimentazione che è il nostro best seller e si chiama imparare a mangiare. Non si chiama mettiti a dieta, non si chiama dimagrire. Noi non parliamo mai di dimagrire, non parliamo mai di regimi. Noi parliamo di benessere e credo che la strada sia proprio quella di sostituire l'ossessione che abbiamo per la dieta con un'ossessione buona per il benessere, perché il benessere è importante. Non possiamo dirci di no se quei chili ci pesano in qualsiasi modo vuol dire che noi non stiamo gestendo il nostro benessere. Quindi non è una questione di come sono allo specchio. Sono diverso dall' influencer di Instagram quello chi se ne frega. Sono diverso da come mi piacciono, non ho del benessere, sono diverso da come riesco a far le scale senza il fiatone. Non sono nel mio benessere e questo per noi è benessere. Che non vuol dire prescindere dall'aspetto estetico, perché non si può prescindere dall'aspetto estetico, ma per noi stessi io mi devo sentire nel mio corpo. Certo è che se io volevo essere la Ferragni e mi ritrovo con venti centimetri in meno e il sede rotto, bisognerà che io impari ad amare un altro tipo di di forma. Perché non è realistico pensare che io debba inseguire quella se non ammalando? No. Però inseguire il benessere è una cosa buona e non bisogna mai lasciarci convincere del contrario. Sicuramente imparare a spostare il riflettore sul benessere invece che su tutta una serie di altre cose che la nostra società ci ha fatto uscire dagli occhi. Io credo che quella sia la strada. E anche sulla gentilezza di capire che il benessere ognuno di noi se lo deve misurare e sviluppare da solo. Questa è veramente una domanda bellissima. Mauri sono nel mio benessere? È una domanda importantissima, soprattutto oggi in una società in cui la nostra idea di corpo bello o meno bello di piacerci o non piacerci è dettata tantissimo da quello che vediamo fuori dagli standard imposti dalla società. Credo che sia davvero importante mettersi in ascolto di ciò che sentiamo dentro, accogliendo um, analizzando anche le risposte a quella domanda per avviare o no dei cambiamenti nella nostra vita. Per esempio io solo da pochi anni ho capito che mi sento nel mio benessere, anche con un corpo leggermente più rotondo di quello che che avevo pochi anni fa e di quello che in realtà probabilmente mi piace. Um probabilmente mi piace perché sono stata abituata, appunto dagli standard della società a farmelo piacere in un determinato modo. E però ho anche notato che ritornare a quel corpo che mi piaceva forse di più non è più la mia priorità, perché non sono più disposta a fare i sacrifici che facevo e questo è il corpo che ho, senza fare nulla al di fuori di ciò che mi fa stare davvero bene. Però sempre con la consapevolezza che se il mio benessere mi richiedesse di fare di più lo farei perché oggi so ascoltarlo e so chiedermi so farmi quella domanda. Sono nel mio benessere. Quindi ecco, sicuramente applicazioni come la vostra, come dut, che sono attente a un certo tipo di linguaggio, sono fondamentali. Poi probabilmente tu sai quanto io sia impallina sull'importanza del linguaggio perché modella mentalità, quindi apprezzo davvero ancora ancora di più il vostro lavoro. Grazie. Sei stata molto, molto, molto gentile a dedicarmi tutto questo tempo. Probabilmente i tuoi. La tua famiglia sarà lì a a dire che sta facendo? Ma sono gentili anche loro e non me lo faranno notare. Non te lo faranno notare? Esatto, Mauri, grazie infinite. Grazie a te per per la bellissima chiacchierata di grandissimo buonsenso ed elasticità mentale. La bussola del buonsenso. Grazie, Mauri. Alla prossima. Buona giornata. Ciao ciao. Ecco, penso che sia stata una conversazione bellissima, um molto, molto elastica, flessibile come diceva Mauri alla fine credo che ce ne sia bisogno. Quando si affrontano conversazioni un po' tabù come questa spero che più le affrontiamo e meno saranno tabù a lungo andare a lungo termine. E ringrazio ancora una volta Mauri che ha accettato di venire a parlare qui con noi di questa tematica che le sta a cuore, ma che comunque, insomma, non penso che tutti avrebbero accettato di parlarne io stessa. Devo ammetterlo, ero molto nervosa, molto un po' preoccupata. Non molto, però. Un po' preoccupata all'idea di registrare questo episodio. Quindi mi affido e ci affido anzi, davvero alla vostra comprensione, alla vostra gentilezza, alla vostra flessibilità mentale e alla vostra apertura mentale. Siete tutti e tutte i benvenuti nei commenti, a patto che ci sia appunto gentilezza e che siano commenti costruttivi e grazie per il tempo che ci avete dedicato. Vi ricordo che trovate Mauri su Instagram come disordine e sul suo sito dut punto it e ovviamente vi ricordo che trovate me su www natella punto com e da lì trovate anche il mio instagram. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.