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Episodio 169 ·

Sport o hobby: quando vogliono smettere

In questo episodio di Educare con calma vi regalo dei pensieri a ragnatela su quando i bambini vogliono smettere di fare uno sport o un hobby che hanno scelto.

Se tuo figlio o tua figlia, invece, fa fatica a lanciarsi in nuove esperienze, ti invito a dare un'occhiata al workshop della serie Focus «Nuove esperienze: quando non vogliono lanciarsi» (questo episodio del podcast, nella mia mente, è complementare a quel workshop).

benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. Prima di tutto perché oggi ho deciso di pubblicare oggi questo episodio del podcast perché venerdì uscirà un workshop della serie Focus a tema nuove esperienze. Parleremo del perché alcuni bambini e alcune bambine fanno fatica a lanciarsi in nuove esperienze e nuovi contesti. È scritto e registrato da Viola Kyung Koo Glu, che è la nostra persona di riferimento per l'alta sensibilità e che quindi abbiamo pensato possa apportare una chiave di lettura ulteriore. Ma ovviamente il workshop è per tutti ed è ovviamente editato da noi del team. La tela. Questo focus ovviamente sarà in vendita sullo shop la tela, ma sarà gratis per chi è abbonato a tutta la tela. Quindi, visto che L'abbonamento costa cinquantasette euro per un trimestre e il focus costa trentadue euro, abbiamo pensato che sia giusto dirvelo, perché magari potete cogliere l'opportunità per provare l'abbonamento trimestrale, ricevendo in omaggio anche il focus, il workshop. Ora, nel workshop nel focus parleremo proprio di come gestire situazioni in cui i figli non vogliono proprio lanciarsi in una nuova esperienza, cosa che succede spesso tantissime famiglie mi scrivono per questo, tra virgolette, problema ma qui oggi vorrei parlarvi di quando i bambini e le bambine fanno fatica a mantenere uno sport o un hobby che hanno scelto e magari lo provano, ma poi vogliono smettere per parlarvene. Mi faccio aiutare sia da un articolo che ho scritto tanto tempo fa sul blog sia dalle ragazze del mio team. Abbiamo fatto un brain storming, abbiamo condiviso esperienze e qui vi condividerò due aneddoti uno di Rosalba e una uno di come sempre lo sapete, non parliamo di verità universali, non parliamo di esperienze che sono tutte uguali. Parliamo di semini. A me piace lasciarvi dei pensieri a ragnatela ed è proprio quello che farò oggi. Prima di tutto, la mia premessa è questa io penso che il benessere dei bambini mentre vivono un'esperienza venga prima dei soldi che abbiamo speso per quella esperienza che venga prima del giudizio altrui che ci arriva quando ascoltiamo i nostri figli e magari permettiamo loro di smettere uno sport Non credo che sia costruttivo per i bambini, per la nostra relazione con loro e anche per l'interesse stesso del bambino in un determinato sport o attività. Non penso che sia costruttivo forzare i nostri figli a fare un'attività che ci chiedono insistentemente di smettere. Forse siete un po' abituati ad ascoltare questo copione, lo sapete già, ma per me è importante sottolineare che una cosa non esclude l'altra possiamo ascoltare i nostri figli e allo stesso tempo possiamo spronarli a continuare. Possiamo ascoltare i nostri figli e allo stesso tempo possiamo spronarli a provare a fare un'attività che sappiamo che amano. Vi ricordo però che il fatto che un bambino, per esempio, ami ballare non significa che amerà le lezioni di ballo e questo lo racconto per esperienza personale e spesso mandarlo alla lezione di ballo quando dice che non vuole andarci, qualsiasi sia il motivo, può effettivamente generare l'effetto opposto, ovvero che non balli più. Questo perché magari a lui o a lei piace ballare a modo suo, sentendo la musica, mentre invece la lezione di ballo è molto strutturata. Quindi qua c'è anche un problema tra virgolette, di aspettative e ne parliamo un pochino più avanti. Ora, come sappiamo però, e questo vi ho anche raccontato nel focus Nodi, che è quello su come allentare le fatiche della genitorialità. Non è tutto nero o tutto bianco, quindi ecco che vi lascio una sorta di carrellata di pensieri a ragnatela. Io mi sono scritta qua una lista infinita di puntini e cercherò di analizzarli uno a uno, magari mantenendo quelli più importanti, se riesco, altrimenti ve li beccate tutti. Okay, vi invito subito a riflettere sul fatto che spesso vorremmo che i nostri figli facciano le attività oppure abbiano gli hobby che noi genitori non abbiamo potuto perseguire da piccoli. Per me, per esempio, è ballare, ma magari i loro interessi sono diversi. Il modo migliore di coinvolgere i nostri figli nei nostri hobby, quelli che noi amiamo, secondo me è mostrargliele e magari anche proprio farli con loro. Per esempio, come vi dicevo prima, la danza è uno dei miei hobby più grandi. E quindi chiedevo spesso ad Alex di portare Oliver ed Emily alle mie prove di ballo. Li portavo a vedere spettacoli di ballo. A volte li portavo alle lezioni di danza e io ballo spesso in casa con loro, tra l'altro tutto questo lo facciamo ancora oggi andiamo a spettacoli di danza insieme. Se vediamo delle persone che ballano per strada, per esempio, ci fermiamo a guardarle così come facciamo con anche le persone che suonano. Penso che possiamo coltivare i nostri hobby e comunque proprio trasmettere la nostra passione per determinati hobby, tantissimi modi che non siano necessariamente iscrivere i nostri figli alla lezione di ballo, alla lezione di piano, eccetera eccetera. E tra l'altro un giorno, proprio perché io ho sempre condiviso con loro questo mio hobby, questa mia passione per il ballo. Un giorno sono stati proprio i miei figli a chiedermi di andare a lezione di ballo. E poi Emily ha voluto continuare. Oliver ha fatto qualche settimana e poi ha smesso e lo abbiamo lasciato scegliere di smettere. E tra l'altro se vi racconto anche che Oliver a casa è quello che balla più spesso. Quindi, ecco, probabilmente lui era uno di quei bambini che aveva questa idea del ballo che gli piaceva. E poi è arrivato alla lezione di ballo um, e ha trovato una lezione molto strutturata che invece non gli è piaciuto, non rappresentava la sua immagine, la sua idea del ballo e quindi ha voluto smettere. In questo senso credo che sia veramente, veramente importante preparare i nostri figli anche a quello che sarà la lezione di per sé. Come è strutturata la lezione? Se non abbiamo esperienza, noi diretta, possiamo andare al centro, allo studio e chiedere proprio come si com'è strutturata la lezione. Che cosa succederà prima? Che cosa succederà dopo? Quali in che parte è divisa? Per esempio una lezione di ballo? Um chi la conosce? Si sa che è divisa sempre in una parte di riscaldamento, poi magari ci sono c'è qualche diagonale, magari c'è un po' di stretching o insomma magari invertiti in questo ordine, poi c'è una piccola coreografia o qualche esercizio, eccetera eccetera. Quindi ecco preparare i nostri figli anche proprio a quello che sarà la lezione. Penso che sia molto importante. Quindi ecco, non diamo per scontato che ai bambini piacciano gli sport che ci chiedono di provare perché appunto, magari loro hanno delle aspettative sbagliate. Magari loro hanno in mente che se vanno a lezione di calcio giocano su la partita, calciano la palla nella porta, ne fanno gol e invece arrivano a lezione e sono tutti esercizi. In quel caso le aspettative sono sbagliate e secondo me vale davvero la pena. A volte non agire d'istinto del tipo mi dice che gli piace questo sport. Lo iscrivo subito. Secondo me è meglio aspettare un po' un anno, una stagione, qualche mese in più e in quel tempo, magari anche andare a vedere delle lezioni invece di farle creare un pochino l'anticipazione parlare del fatto che quando sono sicuri che sia proprio proprio quello che vogliono fare li scriviamo, magari ci sembra che questo sia tempo perso, andare a vedere una lezione invece di farlo e di scriverlo. Invece secondo me è tutto tempo guadagnato. Poi più avanti che poi può anche capitare che loro facciano uno sport che adorano e di punto in bianco ci chiedano di smettere. E qui anche Viola ne parla nel suo workshop dobbiamo tenere a mente che può essere per una miriade di motivi e viola nel workshop nuove esperienze. Fa proprio un esempio di una volta in cui suo figlio voleva smettere un'attività che lui ama e ci racconta come l'ha risolta attraverso l'osservazione. E una soluzione creativa perché a volte non pensiamo alle soluzioni creative e invece spesso e volentieri sono proprio quelle che ci salvano e salvano anche poi l'esperienza l'attività in sé. Per quanto riguarda nuovi sport, ovviamente credo che sia importante trovare un centro in cui si possa fare una prova, magari di due settimane, di un mese. Io so che in tanti posti questo non è possibile in Italia perché io ho vissuto tanti paesi in cui invece questo è possibile. Ma so anche che tanti genitori a cui l'ho consigliato hanno parlato con il centro, spiegato le loro ragioni. Spiegato che se un bambino ha la possibilità di provare per due settimane e poi sceglie di continuare, quel bambino andrà a lezione molto più serenamente. Che significa che anche la lezione in sé sarà più piacevole per tutti. Anche per l'insegnante questo parlare con il centro a volte ha funzionato e gli è stato permesso di fare una prova. Altre volte invece magari hanno trovato un compromesso, per esempio pagare tre mesi invece di un anno intero. In questo modo anche il genitore può preparare il bambino a questi tre mesi, decidere insieme che visto che sono solo tre mesi, ci impegneremo a farli tutti. E poi possiamo decidere dopo questi tre mesi se continuare o smettere. Credo che in questo caso, come in tantissimi altri casi in cui ve lo consiglio un calendario a pallini proprio anche un calendario a pallini lungo tre mesi, con novanta pallini in cui è segnata ogni lezione e in cui poi coloriamo un giorno alla volta possa essere utile. Se non sapete che cos'è un calendario a pallino a pallini, vi lascio il link nelle note dell'episodio. Ma che cosa fa il calendario pallini fa che il bambino abbia un tempo prestabilito di durata di questa esperienza, quindi sa che cosa aspettarsi sa quando è l'inizio quando è la fine e alla fine sa anche che può decidere di smettere oppure di continuare che la scelta spetta a lui. E questo nella mia esperienza diretta o indiretta di altri genitori davvero ha aiutato tantissime, tantissime famiglie. Altro pensiero a ragnatela è questo non è detto che ai nostri figli debba per forza piacere uno sport standard. Che cosa intendo con questo? È un qualcosa a cui penso che non pensiamo spessissimo, ma io penso che abbia tanto valore questo pensiero e vi spiego, ve lo spiego meglio. Magari i nostri figli sono più interessati, per esempio alla natura o agli animali invece che ad uno sport tipo la pallavolo, la pallacanestro, il ballo, il calcio. E quindi possiamo assecondare questo loro interesse rendendolo anche uno sport, per esempio un esempio banalissimo, trovando il sentiero in natura più vicino a casa nostra e andando lì a farlo insieme a loro un paio di volte alla settimana, proprio come se li portassimo all'attività sportiva ci muniamo di binocolo, ci ci muniamo di lente di ingrandimento. Um ci prepariamo prima per riconoscere gli alberi, per riconoscere gli uccelli che vedremo. Per questo, ad esempio, vi invito a dare un'occhiata sul nostro shop. Nello specifico c'è un gioco produttivo sugli alberi e delle carte tematiche degli uccelli del mio giardino nell'angolo di mimi e anche questo magari non ci pensiamo, ma anche questo è esercizio. Anzi camminare è un esercizio importantissimo che spesso secondo me viene sottovalutato e sminuito a favore invece di uno sport e tra l'altro io davvero una delle cose di cui sono più soddisfatta è proprio aver regalato ai miei figli l'abitudine e la capacità di camminare a lunghe distanze, perché anche questa è qualcosa è una capacità che si pratica e che si coltiva nel tempo. A questo proposito vi lascio anche una riflessione sul nostro approccio agli sport. Noi li prendiamo moltissimo come un menù degustazione, ovvero ne facciamo provare tantissimi per un periodo di tempo breve. Io credo che ci sia un po', la tendenza a pensare che i nostri bambini e ce l'avevo anch'io questa tendenza tra l'altro a pensare che i nostri bambini debbano perfezionare un'attività, ma negli anni, provando tanti sport diversi e vedendo anche i miei figli come si approcciavano all'esperienza di provare uno sport per poco tempo, poi provarne un altro, eccetera eccetera. E anche parlando con loro oggi, dopo tanti anni che facciamo questo menù degustazione o a me oggi piace moltissimo l'idea invece di considerare i primi dieci quindici anni proprio come un menù degustazione, più attività provano, più capiscono che cosa fa davvero per loro e più sapranno che cosa perseguire da adulti, perché per allora avranno già una bella base di tante attività. E questo menù degustazione ovviamente è in linea con il nostro stile di vita, perché noi ci spostiamo spesso. Quindi per esempio i miei figli hanno fatto entrambi, um tennis, pallacanestro, calcio, danza, surf, sci, scalata, skateboard, blade. Questi con noi, per esempio, Bici e roll Blade li hanno fatti con noi perché a volte non ci pensiamo, ma anche gli sport che non richiedono lezioni sono sport, possiamo farli insieme come famiglia e oggi sanno bene che cosa vorrebbero rifare e che cosa no. E vi racconto tutto questo perché secondo me è possibile anche per famiglie che non viaggiano. Come dicevo prima, si può cercare un centro che vi permetta di fare un abbonamento, per esempio di tre mesi invece di un anno, oppure un centro che abbia varie attività e quindi pagando l'abbonamento l'ingresso al centro si può provarne varie o si può decidere se ce lo si può permettere di fare un paio di lezioni private. Um, questo tra l'altro è un ottimo strumento anche prima di iniziare in gruppo, perché quando un bambino fa qualche lezione privata si sente più sicuro, si sente di sapere già un pochino che cosa fare e quindi si sente più a suo agio quando entra nel gruppo. Ovviamente so che non è possibile per tutti. So che non è fattibile per tutte le famiglie far provare diversi sport, anche per ragioni economiche o organizzative. Diversi sport vuole anche dire diversi giorni orari e per chi ha orari fissi di lavoro è più facile sapere già il piano a priori per tutto. L'anno in questo senso, per esempio, potrebbe aiutare anche solo partecipare se c'è, se esiste nella vostra città a una giornata di prova in cui si possono provare proprio diversi sport prima dell'inizio del corso, ma in ogni caso credo che una soluzione, parlando spesso la si possa trovare. A volte non chiediamo proprio noi genitori non chiediamo al centro di fare qualcosa di speciale, di diverso per noi, perché pensiamo che non si possa o pensiamo che così e basta. E invece per mia esperienza personale, per esperienza, persona in diretta di tante famiglie che hanno provato quando gliel'ho consigliato, posso assicurarvi che spesso se chiediamo e insistiamo un pochino spiegando le nostre ragioni con gentilezza a volte, anzi spesso le persone ci vengono incontro prima tra l'altro menzionavo, l'aspetto economico e certamente credo che sia importante sia valido anche parlarne con i bambini di questo aspetto economico per quanto riguarda soldi e bambini, come parlare di soldi con i bambini c'è proprio un episodio del podcast con giulia fillo che mi sembra che sia il numero centoventicinque e che se vi interessa questo questa tematica vi invito ad ascoltare. Poi a volte ci troviamo di fronte a bambini che adorano fare l'attività mentre la stanno facendo, ma poi fanno fatica prima dell'attività e ci sono tante crisi, tanti pianti anche per andarci. Io ricordo per oliver, per esempio All'inizio era proprio così, con il nuoto che lui adorava. Poi quando entrava in acqua avrebbe sarebbe stato in acqua per ore e invece però prima di andarci um era molto agitato, spesso e volentieri mi diceva che non voleva andarci, piangeva, ma lui usciva sempre dall'attività dalla lezione di nuoto molto entusiasta. E quindi questo è uno di quei casi, se capita anche a voi. Se vedete che i bambini adorano l'attività ma fanno fatica ad andarci prima. Questo è uno dei pochi casi in cui io consiglierei di spronarli a continuare nonostante la fatica prima di andare. Il calendario a pallini può essere d'aiuto perché così loro sanno prepararsi mentalmente. Io per esempio avevo capito che spesso Oliver non voleva andare alla lezione di nuoto, perché non se l'aspettava non si aspettava che fosse quel giorno, magari aveva già iniziato a giocare e quindi ecco un calendario a pallini in questo caso può aiutare moltissimo perché il bambino sa quando arriva l'attività. Vi ricordo che nella maggior parte dei casi un bambino preparato ha più non meno possibilità di riuscita, anche se noi pensiamo che prepararlo in anticipo, a volte gli generi ansia. Ecco, spesso quando pensiamo questo è la nostra ansia parlare e la nostra ansia che gli passiamo non è la sua. I bambini tendono ad essere più sicuri quando si sentono più preparati. E poi può anche aiutare dare loro più controllo tra virgolette, decisionale quando si tratta di un'attività, per esempio, se abbiamo l'opzione potremmo lasciare che decida nostro figlio se andare in macchina a piedi in bus, magari anche qualcosa di inaspettato come il bus. Se prima di andare all'attività vogliono fare merenda al bar oppure se vogliono portarsi la merenda da casa, ecco tutte quelle piccole decisioni che li facciano sentire più coinvolti, più parte della scelta. Anche questo secondo me può aiutare e poi legato a questo punto a noi spesso ha anche aiutato a lavorare sul rispetto verso le persone che dedicano il loro tempo a noi, per esempio, quando Emily non voleva andare alla lezione di ballo che avevamo già pagato, che lei ama. Invece di mettere il focus sui soldi o sulla importanza di mantenere un impegno, io le ricordavo Emily l'insegnante di ballo ti sta aspettando, lei dedica il suo tempo a te è gentile andare alla lezione o è gentile almeno andare a dirle di persona che non vogliamo andare più chiaramente. Se diciamo questo, dobbiamo essere sicuri che ci vada bene che nostra figlia ci dica che non vuole più andare, magari per qualche lezione. Può anche solo sedersi e guardare, perché spesso quando assecondiamo e accompagniamo l'emozione i bambini riescono a processarla meglio e più in fretta. Quindi ecco questo ci tenevo a lasciarvelo proprio come spunto, perché a noi ha aiutato tantissimo proprio parlare del rispetto verso le persone che dedicano a noi il loro tempo. E poi, proprio parlando di insegnante, spesso può davvero aiutare tantissimo parlare con l'insegnante anche fuori dalla lezione, invitarla a prendere una merenda insieme se lei è disponibile proprio in modo che si conoscano, che creano anche una loro relazione fuori dalla lezione o se questo non è possibile, magari c'è una persona intermediaria. A volte in alcune lezioni ci sono persone che accompagnano i bambini dentro all'aula per poi fare l'attività o dentro la piscina per poi fare la lezione e li portano praticamente all'insegnante per fare il cambio. Ecco, se questo fosse il vostro caso e questo me l'ha raccontato proprio la nostra Miriam, um io vi invito anche proprio a ad andare un pochino prima e parlare con questa persona, parlare con con lei, senza forzare i bambini alla conversazione, quindi senza volere che interagiscono interagiscono i bambini con questa persona, ma parlando noi senza aspettative, anche questo può aiutare. Per esempio, um, Miriam ci racconta che la piscina era diventata un dramma per sua figlia Amal, dopo un episodio in cui si era spaventata e quello che ha aiutato oltre parlare con Amal per individuare il problema, darle delle idee per gestirlo, provare a gestirlo a casa, eccetera eccetera. È proprio aver parlato con L'insegnante e con la signora che si occupa di accompagnare dentro i bambini perché aver dedicato tempo a parlare con loro, a spiegare la situazione con gentilezza significava non solo che tutti gli adulti erano poi informati rispetto a questa situazione, ma anche che Amal si ritrova a vedere lo stesso atteggiamento da parte di tutti gli adulti coinvolti in questo passaggio. E questo a loro ha aiutato moltissimo. Ora vorrei fare un piccolo accenno a quando invece il problema non è l'attività di per sé, perché magari il i bambini amano l'attività, la fanno volentieri, ci vanno volentieri, ma è proprio il momento dello staccarsi da noi che può capitare alla prima lezione come alla quindici milionesima e in questo caso possiamo proprio provare a chiedere se possiamo restare con loro mentre fanno l'attività. Io so che alcuni centri proprio non lo permettono. Io penso che questa sia un po', una rigidezza inutile. Capisco che se lo fa una bambina poi devono farlo, cioè possono dare l'opportunità. Devono dare l'opportunità a tutte le altre bambine di chiedere che i genitori rimangano. Ma è anche vero che non tutti i bambini vorranno che i genitori rimangano e secondo me proprio per accogliere l'emozione a volte lasciare che i genitori o il genitore di quei bambini che fanno più fatica rimanga per un pochino possa essere davvero possa fare una grande differenza. Poi sia nella lezione specifica oggi sia poi nelle lezioni future questo secondo me è proprio una di quelle cose di cui vi parlavo prima che vale la di cui vale la pena parlare con il centro, con l'insegnante e anche qui ricordiamoci che non è per sempre possiamo fare un calendario a pallini per due settimane in cui entro anche io con te bambina mia figlia e poi tu entri da sola. Quindi la bambina mia figlia ha tempo di prepararsi in queste due settimane guardando il calendario pallini e sa che quel giorno entrerà da sola. Non significa che poi non ci saranno crisi quel giorno ad entrare da sola, ma è comunque un processo e le diamo l'opportunità di prepararsi in questo modo. Poi a volte il problema è che invece sono i nostri figli stessi che non si sentono bravi e quindi non vogliono più andare a fare quella determinata attività. In questo caso noi possiamo condividere nostre esperienze, nostre sensazioni, di quando magari noi non ci siamo sentiti bravi in qualcosa, farli anche magari parlare con qualcuno che condivida la loro passione o un'altra passione e che magari abbia avuto difficoltà ad iniziare spesso aneddoti di adulti, aneddoti che gli adulti condividono con i nostri figli hanno un potere grandissimo e ce lo racconterà anche Viola, proprio come uno degli strumenti del workshop. E a questo proposito possiamo anche iniziare a parlare della voce della perfezione e della voce della resilienza e spiegare che tutti dentro di noi abbiamo queste due voci e possiamo scegliere quale ascoltare. Se avete il mio percorso per educare a lungo termine, c'è proprio una lezione intera dedicata a questo. Mi sembra che la trovi nella categoria le cose difficili. Ma io ho una memoria pessima per quanto riguarda i miei contenuti. Quindi andate a cercarla, scrivete nella barra di ricerca del percorso Perfezione e la troverete oppure voce e la troverete. E poi, ovviamente potrebbe anche essere che il problema tra virgolette invece siano i compagni, magari li prendono in giro, magari come era successo a Oliver un giorno lo racconto anche nel mio libro Cosa farò da grande? Gli avevano detto che era pessimo, che era il meno bravo a giocare a calcio e quindi possiamo proprio parlare con loro e concentrare l'attenzione sui compagni che invece sono gentili sui compagni che li aiutano. Ricordare loro che non possiamo piacere a tutti e che non tutti devono piacere noi eccetera eccetera. Non mi addentro sul tema del bullismo tra virgolette per il quale dovrei dedicare un episodio a parte, ma vi lascio l'aneddoto di Rosalba del nostro team ci scrive Lo scorso anno mia figlia Federica ha iniziato pallavolo e per molti mesi è andato tutto bene. Ogni tanto mi raccontava che una bimba la infastidiva e dà i suoi racconti e anche osservando la bambina ho capito che questa bimba faceva fatica a relazionarsi. Ho avuto poi conferma anche dall L'allenatrice. Quindi ho parlato più volte a Federica, spiegando che la bimba faceva in quel modo per richiamare l'attenzione che non era sua intenzione infastidirla, eccetera eccetera. Però nessun consiglio risolveva la situazione. Per esempio le ho anche detto di provare a dire in modo gentile alla bambina di smettere quel comportamento. Le ho detto di rivolgersi um all'a allenatrice se questo non funzionava e lei a un certo punto però, nonostante tutti questi miei consigli, nonostante tutte le volte che abbiamo parlato, lei si è stufata e non voleva più andare a pallavolo. Alla fine ne abbiamo parlato l'allenatrice la quale un giorno dopo L'allenamento ha chiamato in disparte le due bambine insieme e ha provato a coinvolgerle in un tentativo di risoluzione del conflitto tra virgolette. E questo sembrava aver funzionato perché Federica poi ha ripreso a partecipare agli allenamenti e mi raccontava che quella bambina non la stava più infastidendo e quindi abbiamo completato fino a maggio e dovevamo riprendere a ottobre. Ma il primo giorno del nuovo anno sportivo è andata, ma non è nemmeno voluta entrare in campo e i giorni dopo si è rifiutata categoricamente anche solo di riprovare. In questo caso invece, quando ne abbiamo parlato è uscito fuori che per lei c'era troppa confusione perché il primo giorno c'era un po' di caos. I vari gruppi per età non erano ancora stati definiti e c'erano tante persone più grandi in campo e quindi magari lei non si sarà sentita sua. Nei giorni successivi le ho proposto di andare anche solo a guardare l'allenamento come avevamo fatto i primi giorni e che magari avrebbe visto che non c'era più tutto quel caos. Però nulla. Lei ha continuato a insistere che pallavolo non le piaceva più e quest'anno ha poi deciso di fare danza. Ecco e quindi questo mi dà anche un po' l'opportunità di parlarvi proprio del fatto che a volte quello che ci raccontano i bambini non corrisponde veramente a quello che è il problema. Magari in questo caso, per esempio federica proprio non voleva andare più a pallavolo, ma non voleva dire che non voleva più andare a pallavolo e allora ha usato tra virgolette la scusa del l'amica che la infastidiva per chiedere di non andare più. Ma che sia così o che non sia così, vi invito davvero ad ascoltare i bambini e le loro richieste. Proprio validarne prenderle in considerazione, credere che siano legittime e comunicarlo a loro, anche se poi magari proviamo comunque ad insistere e a spronare a continuare perché sappiamo che magari quell'attività gli piace proprio come ha fatto Rosalba. E credo, come dicevo, all'inizio una cosa non esclude l'altra possiamo ascoltare e validare le loro emozioni, possiamo comunque spronarli a continuare. Una cosa che vi invito a non fare, però, è mentire quando nostro figlio ci dice che non si sente bravo a fare uno sport per quello vuole smettere. Lo so che la tentazione è quella di dirgli ma no, ma sei bravissimo. Ma dai, ma guarda che sei bravo come gli altri. Ecco, io vi inviterei a non farlo. Questo perché se lui non si sente bravo in realtà dentro di sé saprà che gli stiamo mentendo e quindi è molto, molto più costruttivo e più efficace anche per la relazione e per la sua sicurezza di sé. Essere onesti possiamo dirgli È ovvio che non sei bravo, hai appena iniziato, oppure alcune persone ci mettono più tempo a diventare brave in uno sport. La verità motiva di più perché nutre anche la relazione, la fiducia e la sicurezza di sé. Perché non c'è discrepanza tra quello che diciamo noi adulti e quello che sentono loro bambini. E poi, a proposito di bravura e capacità, consideriamo anche che spesso i bambini rifiutano un'esperienza perché non amano perdere. Faccio proprio un accenno a questo, ma è un qualcosa che um abbiamo mi è stato detto da alcune famiglie, perché anche sentirsi i meno bravi può essere una sorta di perdita tra virgolette nella loro mente e quindi lavorerei proprio a casa sulla capacità di perdere tra virgolette perché sono perdere insegna a perdere. Quindi vi invito a non far vincere i vostri figli quando fate un gioco per paura dell'emozione che suscita il l'atto del del perdere e quando perdono invece di dire ma dai l'importante è partecipare oppure tipo eh, ma se fai sempre così con te non ci gioco più. Possiamo invece validare l'emozione e dire semplicemente vedo che perdere non ti piace ti capisco, anche a me non piace. Et voilà E la prossima volta, se vinciamo noi comunque vinceremo noi e loro piano piano impareranno anche a perdere. Ma questo ve lo lascio proprio solo come semino um tra l'altro ne abbiamo anche parlato con daniele bossari su radio d j e lo trovate tro- doveste trovare l'intervista. Credo che alex l'abbia messa sulla pagina del libro la tela punto com barra libro dove potete anche vedere le date delle presentazioni e credo che potrebbe davvero essere interessante dedicarci un episodio a parte. Adesso ne parlo anche con il team e e basta per concludere, credo di volervi magari ripetere un concetto chiave, secondo me, perché credo che ci sia no tante informazioni in questo episodio e quindi c'è però un concetto chiave che è questo credo che ci sia una differenza enorme tra forzare i nostri figli a fare un'attività e lasciare invece che si arrendano troppo in fretta, specialmente con bambini che hanno una tendenza naturale astrarsi e a rendersi di fronte alle difficoltà. Io credo che sia importante ricordare che c'è sempre un po' di timore e insicurezza quando si fa un nuovo sport o una nuova attività e spesso questo timore questa insicurezza dura a lungo e quindi credo che valga la pena prima di arrendersi, spiegare proprio parlare con i nostri figli, ricordare che è bello dare a noi stessi e all'attività almeno la possibilità di arrivare al momento in cui la paura e l'insicurezza spariscono. Perché quel momento arriva e solo allora possiamo davvero capire se lo sport se l'hobby, ci piace o meno. Una cosa che ricordiamo io e Alex spesso ai nostri figli, è che nonostante ognuno di noi abbia indubbiamente degli interessi e dei talenti più spiccati e innati, um che vale la pena per seguire ovviamente la vera passione ce la creiamo noi. Perché più si fa qualcosa, più si diventa bravi a farlo, più si è bravi a fare qualcosa e più ci si diverte a fare quel qualcosa, più ci si diverte, più ci si appassiona. La passione secondo me funziona così. E ne ho anche scritto tanti anni fa sul blog Se cerchi passione trovi credo due articoli e adesso davvero vi saluto e vi ricordo che il focus nuove esperienze, quando i bambini non vogliono lanciarsi verrà inviato a tutta la comunità di tutta la tela. Questo venerdì ventidue marzo, duemila e ventiquattro per chi ascolta questo episodio più avanti e da allora sarà poi anche in vendita sullo shop. Spero di avervi regalato dei semini interessanti e che la vostra ragnatela Tessa nuovi fili condivideteli con me nei commenti. Se volete potete andare su la tela punto com barra podcast e li trovate questo episodio potete commentare e vi auguro buona giornata. Buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.