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Episodio 26 ·

Montessori in 5': domanda invece di correggere

In questo episodio di Montessori in 5' ti invito a smettere di correggere i tuoi figli in continuazione e ti suggerisco una semplice domanda che ti aiuterà a farlo. È un minuscolo cambiamento che può aiutarti a ridurre l'attrito e le lotte di potere con i tuoi figli. A casa nostra funziona come per magia, sono sicura che aiuterà anche te!

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Nel precedente episodio di Montessori in 5 minuti vi ho raccontato un metodo per cercare di ridurre le critiche che facciamo ai nostri figli, perché credo sia davvero estenuante per loro sentirsi dire in ogni momento che cosa fare o che cosa non fare, o quando fanno una cosa, riprenderli perché magari non l’hanno fatta come volevamo noi o come l’avremmo fatta noi. E a volte lo facciamo anche senza accorgercene tra l’altro: magari Oliver si è versato l’acqua nel bicchiere e l’ha fatto bene, non ha sporcato, non ha rovesciato, ma magari vado lì lo stesso e gli dico “la prossima volta ricordati di tenere la caraffa con due mani così è più sicuro”. Questo è un esempio un po’ improbabile che mi sono inventata, perché io sono pessima a ricordare esempi, ma se chiedessi ad Alex che ha memoria migliore della mia, saprebbe forse farvi 20 esempi nell’ultima settimana in cui abbiamo corretto comportamenti o suggerito miglioramenti a delle azioni dei nostri figli. Credo che sia una cosa che ci portiamo dentro, il correggere in continuazione, è una cosa tipica non solo dell’educazione tradizionale che abbiamo ricevuto in casa, secondo me, ma ci arriva anche dalla scuola o anche dalla chiesa, la nostra società è piena di persone che si sentono in diritto e in dovere di correggere i bambini.
Ok, ma torno al semino che vorrei piantare oggi che è questo: mi piacerebbe suggerirti di osservare nell’arco di una settimana quante volte correggi i tuoi figli. Anche solo correzioni innocue, tipo, “ma ti sei messo la maglietta al contrario”, mettiti bene le scarpe, non hai tirato l’acqua, non ti sei lavato le mani, non hai spento la luce, non hai chiuso la porta, non non non non e non. A volte mi sembra quasi che li osserviamo per correggerli, O che li osserviamo già con l’aspettativa che faranno qualcosa di sbagliato, non trovate? Quando io avevo iniziato a prestare attenzione a tutte le mie correzioni, mi scrivevo una lista e poi alla fine della settimana la rileggevo. Ammetto che già solo il fatto di stare compilando la lista, mi aiutava ad essere più cosciente e consapevole delle correzioni che facevo, e ben venga perché quello è proprio l’obiettivo finale ovviamente. E poi quando rileggevo la lista, provavo a pensare a un’alternativa, a come avrei potuto dirlo, a che parole avrei potuto utilizzare, o anche solo “era davvero necessario dirlo?”, “era davvero necessaria questa correzione?”. Tra l’altro, tutte le volte che penso se una correzione è necessaria mi viene in mente un’amica che tantissimo tempo fa mi raccontò che il marito lasciava sempre le calze in giro e a lei dava fastidio, ma vedendo che le correzioni non avevano effetto, invece di arrabbiarsi ogni volta, aveva deciso di pensare: “questa è una cosa per la quale divorzierei? No, quindi non vale nemmeno la pena continuare a farne un problema”. Poi loro hanno divorziato comunque, non per le calze eh, ma per motivi ben più seri, ma devo dire che quelle parole sono rimaste con me e mi hanno fatto pensare a quanto io stessa a volte fossi puntigliosa per dei comportamenti di Alex per i quali in realtà non valeva davvero la pena farne un problema e mi ha anche fatto riflettere su quali cose fossero davvero importanti per me e quali invece ero disposta a lasciare andare. E credo che con i nostri figli sia un po’ lo stesso. E con il tempo mi sono resa conto non solo che le cose davvero importanti sono poche e che più lasciavo andare con serenità, senza portare rancore, più c’era armonia in famiglia, m a anche che le cose che non sono disposta a lasciare andare, posso dirle in altri modi, in un modo che non sembri sempre una correzione. Abbiamo visto nell’episodio precedente il metodo di di descrivere invece di criticare, e oggi vorrei lasciarvi un altro metodo che è quello di fare una domanda invece di correggere. Proprio così, solo una semplicissima domanda. E per dirvi qual è la domanda  vi racconto un aneddoto che è anche nel mio corso online: un giorno ero nella scuola per genitori organizzata dalla scuola montessori dei miei figli e l’insegnante ci disse: “quando un bambino esce dal bagno senza tirare l’acqua, gli faccio una semplice domanda: “hai dimenticato qualcosa?”. Quasi sempre, il bambino mi dice immediatamente “ah l’acqua” e torna indietro. Oppure se mi ignora, io aspetto e conto fino a dieci. Spesso il bambino continua per la sua strada, io continuo a contare nella mia testa, e poi prima che io arrivi a 10, il bimbo si gira, torna indietro, tira l’acqua e ritorna in aula. Come se nulla fosse”. 
Da allora io questo metodo l’ho fatto mio e non potete immaginare quanto per noi funzioni e funziona sia con la stessa situazione del non tirare l’acqua (che è successa 5 minuti fa tra l’altro, ho chiesto a Emily, “hai dimenticato qualcosa?” E lei senza esitare ha detto “flush the toilet” ed è tornata a tirare l’acqua”, ma funziona anche con tantissime altre situazioni, quando dimenticano i vestiti per terra, quando non chiudono il frigo, quando non spengono la luce… quella semplice domanda “hai dimenticato qualcosa?” per noi ormai sembra essere quasi una magia e credo che Oliver ed Emily inconsapevolmente l’apprezzino, magari si sentono investiti di una responsabilità, o magari piace di più perché sembra un gioco o magari proprio perché non si sentono sbagliati come li farebbe sentire una critica, fatto sta che ha molta, molta più efficacia di quando invece gli ricordo semplicemente di fare qualcosa o li correggo per qualcosa che non hanno fatto o che hanno fatto male. Ed è raro, ma quando questa domanda non funziona, generalmente mi offro di aiutarli ad andare con loro ad ispezionare per vedere se qualcosa è stato dimenticato e risolviamo anche così senza la correzione esplicita.
Quindi oggi ti invito a provare con i tuoi figli. Ovviamente la magia non avviene dal giorno alla notte, se no non lo chiamerei educare a lungo termine, ma non credo di doverlo ripetere, o forse sì.
Ok, ho paura di guardare il tempo perché credo di aver sforato. Vi ricordo che tutte le tematiche di montessori in 5 minuti le trovate approfondite sul mio corso e vi ricordo anche che comprare i miei corsi è l’unico modo per appoggiare il mio lavoro, perché come sapete non faccio pubblicità e non accetto sponsor perché non lo trovo in linea con i miei valori e poi non voglio fare a voi ciò che non vorrei fosse fatto a me. E io odio la pubblicità! E su questa nota vi saluto e vi do appuntamento a venerdì con un altro episodio di educare con calma, Buona giornata, buona serata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo.  

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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