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Episodio 39 ·

Montessori in 5': lasciate che si annoino!

In questo episodio di Montessori in 5’ parliamo di noia, vedremo perché è sano che i bambini si annoino e che cosa possiamo fare quando si annoiano. Spero che lo troviate utile. Sul mio sito, nella pagina dell'episodio, potete anche lasciare commenti, seguire le conversazioni e trovate gli articoli relazionati. 

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  • Educare a lungo termine: un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling – educare a casa: un corso online su come affiancare il percorso scolastico per dare l’opportunità ai bambini di non perdere il loro naturale amore per il sapere.
Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con Calma. Oggi è Montessori in 5 minuti e parliamo di noia. Vedremo perché è sano che i bambini si annoino e che cosa fare quando si annoiano, che spesso può essere anche molto frustrante per noi genitori. 
L’altro giorno un genitore che fa il mio corso mi ha chiesto, se dovessi dire una cosa tra tutte che ha aiutato i tuoi figli a giocare da soli, qual è? E io istintivamente ho detto la noia.
La noia la vediamo come un sentimento, un’emozione negativa, nel mondo di oggi siamo sempre propensi a dare qualcosa da fare ai nostri figli, a cercare delle attività extra scolastiche nel pomeriggio, a portare gli album da disegno al ristorante o dare ai bambini il cellulare mentre si aspetta dal dottore. E questo credo che sia per due motivi: 1. Tanti genitori hanno davvero perso l’abitudine di stare con i propri figli per lunghi periodi di tempo, non ne sono più capaci, non sanno come intrattenerli e 2. perché pensano che sia loro compito intrattenerli in ogni momento. Questo non solo non è vero, ma è controproducente. Un bambino che non si annoia, non può trovare soluzioni alla noia. Un bambino che si annoia e che si vede forzato a trovare soluzioni alla noia, è un bambino che impara a giocare da solo, che impara a usare l’immaginazione per creare dei giochi con quello che ha a disposizione. La noia è positiva. È positiva per i bambini, ma anche per gli adulti, e il problema è che anche noi adulti ormai non la sentiamo più la noia, viviamo vite frenetiche, spesso di fretta, spesso di corsa, spesso saltando da un’attività all’altra, da un pensiero all’altro. È anche per questo, tra le altre cose, che il covid ci ha colpiti così fortemente, perché ci ha messo di fronte alla noia, nostra e dei nostri figli. E quando dico noia dei nostri figli, intendo proprio quel continuo lamentarsi, “non so che cosa fare”, “che cosa posso fare”, “ho fame”, “ho sete” che sono poi manifestazioni della noia, in realtà spesso non hanno fame e sete, ma si stanno annoiando.
Quando questo succede, la cosa migliore che possiamo fare noi genitori è 1 (indovinate) accogliere l’emozione (questo è un mantra) 2 non aiutarli. Possiamo dire loro “non vedo l’ora di vedere che cosa deciderai di fare”, oppure “vedo che non sai che cosa fare, a volte capita anche a me” oppure “lo so, sei annoiato, dai vai a vedere in giro per casa e portami una cosa che vuoi fare”.
In questo modo, non li stiamo lasciando soli, stiamo dando un’indicazione chiara ovvero “decidi che cosa fare”, ma allo stesso non stiamo imboccando loro la soluzione. se riusciamo a non dare le nostre idee, è meglio, non è nostro compito risolvere la noia, non è nostro compito proteggerli dalla frustrazione, la frustrazione nella giusta dose è un’emozione positiva. Magari però all’inizio dobbiamo aiutarli un po’ di più, tipo opzioni: per esempio “puoi giocare con i lego, puoi fare un castello con i cuscini, puoi leggere un libro” e molto probabilmente loro in un momento di noia ci diranno a tutto NO, ma noi non cediamo. Non li aiutiamo, non imbocchiamo la soluzione. La cosa migliore che possiamo fare è aspettare. E aspettare sempre di più di quanto ci sembra sufficiente.
Nel mio corso Co-schooling: educare a casa parlo del concetto della falsa stanchezza. Nel corso lo spiego meglio, ma qui lo accenno proprio perché mi sembra rilevante. Maria Montessori ha dedicato tutta la sua vita ad osservare i bambini, lo sapete, e aveva notato anche che generalmente in aula prima di un momento di grande concentrazione c’è un momento di caos, in cui i bambini parlano a voce alta, vanno da un lato all’altro della stanza, sembrano fuori controllo. Lei chiamò questa fase falsa stanchezza e notò che spesso molti educatori del metodo tradizionale intervengono troppo presto, non danno ai bambini il tempo necessario per superare questa falsa stanchezza da soli e io aggiungo che lo stesso tendono a fare i genitori a casa.
Io e Alex ovviamente, per necessità, per lo stile di vita che abbiamo scelto, viaggiando a tempo pieno, lavorando da casa e non mandando i bambini a scuola, semplicemente non potevamo permetterci di cedere alla noia e quindi spesso e volentieri lasciavamo che superassero da soli questa falsa stanchezza, non ignorandoli ovviamente, ma appunto come dicevo prima non imboccando loro la soluzione. Ed è così che Oliver ed Emily hanno imparato a superare la noia, poi certo sono anche in due e questo aiuta perché a volte si aiutano a vicenda. 
Quindi per fare il punto della situazione, quello che vi consiglio di fronte alla noia è: 
  1. 1. Preparate l’ambiente, quando l’ambiente è preparato è più facile che il bambino trovi cose da fare da solo. 
  2. 2. Preparare l’ambiente significa anche essere creativi: per esempio, fare la rotazione dei giochi per avere giochi nuovo e interessanti ogni poche settimane oppure se i bambini sanno già leggere lasciare in camera una lista di idee in modo che non debbano venire da noi  
  3. 3. Non offrite soluzioni. Resistete il più possibile, a volte può causare pianti, grida, crisi, è normale e sano che il bambino mostri la sua frustrazione, è molto più facile imboccare la soluzione, quindi risolvere il problema al posto loro piuttosto che aiutarli a pensare da sé, ma noi vogliamo educare a lungo termine. Quindi punto 4 
  4. 4. Aspettate sempre un po’ di più di quanto pensate che sia sufficiente, provate a lasciare che la falsa stanchezza passi.  
  5. 5. Date loro fiducia ed esprimete quella fiducia, fate capire loro che siete sicuri che possono trovare qualcosa da fare da soli.
  6. 6. Se ci riescono, mostrate interesse nella loro soluzione, se hanno fatto una costruzione con i Lego, mostrate interesse, per esempio dicendo “Dimmi che cosa hai creato”.
  7. 7. Non usate tutto questo come una scusa. A volte il bambino che dice di aver fame o sete, magari ha davvero fame o sete, non scartate l’opzione pensando “ah no è solo annoiato” e ignorandolo, ma in questo caso cercate di prevenire mettendo dell’acqua e degli snack a sua disposizione in cucina, in un posto che lui possa raggiungere e questo è anche preparare l’ambiente.  
E voilà, questo è tutto per oggi, spero che questo episodio di montessori in 5 vi sia utile e trovate un piccolo riassunto scritto sul mio blog latela.com nella collezione Montessori express. 
Prima di salutarvi però, mi prendo un minuto extra e vi comunico che ho appena lanciato il mio nuovo libro per bambini per spiegare il sesso e avviare l’educazione sessuale a casa. Sapete che è un tema che mi sta molto a cuore perché l’Italia è veramente molto indietro non avendo ancora nemmeno l’educazione sessuale obbligatoria a scuola, e quindi quando comprate questo libricino stampabile avete anche una mini guida per il genitore e delle risorse per continuare poi l’educazione sessuale in casa. Lo trovate sul mio shop e vi invito a darci un’occhiata.
Ci vediamo venerdì per un altro episodio di Educare con calma e questo venerdì non sarò sola. 

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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