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Praxis, l'università che sa di futuro

Carlotta Cerri
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Visto che ormai il Venerdì dal Mondo è diventato una tradizione, oggi vi propongo la notizia più interessante che ho letto durante la settimana e che sembra popolare il web inglese. Adoro le notizie che danno speranza in un futuro migliore nella sua diversità e questa è, secondo me, una di quelle.

Praxis è una nuova visione nel (e del) mondo universitario che, in poche parole, aggiunge la prassi alla teoria. Si tratta di un corso di 10 mesi che sostituisce gli anni universitari e prevede studio e lavoro (vero) allo stesso tempo. Costa 12.000€ ed accetta (per ora) solo pochi studenti eccezionali.

Gli studenti completano 10 ore settimanali di rigoroso materiale online su materie più svariate e lavorano 30 ore settimanali per un'azienda (vera), non solo riguadagnando così i soldi spesi per il corso, ma assicurandosi un posto all’interno dell’azienda stessa alla fine del corso.

La premessa mi è subito piaciuta, considerato il mio già espresso punto di vista sull’università attuale. E certo, metter in dubbio le autorità è rischioso e non sempre funziona, ma a me Praxis sa di futuro…

L'articolo è solo in inglese (in Italia arriverà magari tra un paio d'anni ;-), ma mi sembrava talmente interessante che ho voluto tradurne le parti più salienti ed esplicative.

“Il programma è solo al secondo anno, ma sembra già ben stabilito.

In una normale educazione, si può studiare un minimo di tre o quattro anni, spendere cifre a sei zeri, indebitarsi per anni a venire, spendere anni senza un lavoro serio per poi trovarsi di fronte a incerte prospettive lavorative.

Oppure si potrebbe investire un anno e 12 mila dollari che si riguadagnano lavorando per una vera e propria azienda, che molto probabilmente offrirà un lavoro a fine anno.

Nel primo modello, molti abbandonano l’università e sono scioccati nello scoprire che la loro laurea non è automaticamente commerciabile. Magari hanno un’ottima padronanza di una serie di materie di studio, ma i datori di lavoro non comprano ai prezzi di lavoro a cui i candidati vogliono vendere. […] Inoltre, non hanno un appiglio sul posto di lavoro né tantomeno sanno come ottenerlo.

Nel secondo modello, gli studenti hanno lavorato per un intero anno per un’azienda fiorente, conosciuto persone nel settore e imparato le vie del commercio. Hanno un network di molte altre aziende che hanno collaborato con il programma. Hanno un gruppo di colleghi di successo nel loro settore e possono contare sul loro aiuto. Hanno solo attività (esperienza, conoscenze, network, un nuovo senso di maturità e responsabilità) senza passività.

È come tutte le innovazioni: viene spontaneo chiedersi per˙é un modello del genere non esista già da molto tempo. Ma è la storia di sempre. Il progresso richiede innovatori che siano disposti a correre il rischio.

[…]

La normale esperienza di quattro anni universitari è stata fuori discussione per decenni ormai. È ciò che si deve fare per “arrivare” nella vita e i governi spingono questo modello a più non posso […].

Ma che l’università valga la pena a qualunque costo non è più ovvio. L’economia è cambiata negli ultimi anni. I costi d’opportunità d’iscriversi si sono intensificati e così anche i costi diretti dell’università. Questo ha portato molti a chiedersi che cosa stiamo facendo. Abbiamo bisogno di alternative. Ma è rischioso sfidare un’istituzione così fortemente affermata.

Il grande problema all’inizio di Praxis era capire se c’erano studenti desiderosi di tuffarsi in un nuovo modo di fare le cose. Questo non sembra essere un problema. Le iscrizioni sono alte e il tasso di accettazione è del 10%. Quest’anno, ci sono nove studenti.

Alcuni hanno già una laurea, ma si sono resi conto che non sono preparati alla vita lavorativa. Altri escono dalla scuola superiore. Altri hanno lasciato l’università per iscriversi a Praxis. Ideologicamente, vengono dappertutto. La demografia non conta. La religione? Non conta. I loro interessi vanno dallo sport alla psicologia, all’ingegneria, alla tecnologia, alla religione, alla teoria libertaria.

[A Praxis] il disaccordo è scontato. Ma […] si comunica con toni civili – sempre onestamente ed in maniera intelligente.

Imparare ad andare d’accordo con persone che hanno opinioni diverse dalla nostra è una vera e propria abilità. [Gli studenti a Praxis] imparano un gran segreto di vita che molti adulti non capiranno mai: è possibile imparare da chi è molto diverso da noi [per età, per cultura e per esperienza].”

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